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19 ottobre 1975
Venerabili Fratelli, Figlie e Figli carissimi,
grande è la vostra e la nostra gioia per la beatificazione di quattro
nuovi eroi, umili e grandi, della fede: Monsignor
Charles-Joseph-Eugène de Mazenod; P. Arnoldo Janssen; P.
Giuseppe Freinademetz; Maria Theresia Ledóchowska!
I
Questa nuova, splendente tappa dell'Anno Santo avviene
intenzionalmente nella Giornata Missionaria Mondiale. E questa
circostanza è sottolineata qui, oggi, in modo particolare, dalla
presenza di numerosi Vescovi missionari, che hanno speso tutta la vita
a servizio della Chiesa, e di 400 catechisti dei Paesi di
missione. Tutti li salutiamo con specialissimo affetto. Oggi la
Chiesa è tutta unita in preghiera e in fervore di generosità per la
causa missionaria. È l'occasione annuale in cui essa, Popolo di
Dio in cammino, riflette su la sua fisionomia essenziale e la sua
missione costitutiva. È la parola di Gesù, che così la definisce e
così la vuole: «Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi »
(Io. 20-21). «Andate e ammaestrate tutte le nazioni»
(Matth. 28, 19). Il Concilio Vaticano II ha ribadito,
nel Decreto su l'attività missionaria, che «la Chiesa peregrinante
è per sua natura missionaria» (Ad Gentes, 2); ed ha proseguito
tracciando una mirabile ed ampia sintesi teologica, che inquadra la
missione nel piano salvifico del Padre: essa parte «dall'amore nella
sua fonte» (Ibid.), si realizza nell'invio del Figlio
Unigenito, con cui Dio «entra in maniera nuova e definitiva nella
storia umana» (Ibid. 3), e si prolunga nella effusione dello
Spirito Santo a Pentecoste, il quale in tutti i tempi infonde «nel
cuore dei fedeli quello spirito missionario, da cui era stato spinto
Gesù stesso» (Ibid. 4). Come inviata da Cristo, la Chiesa
continua nel tempo e nello spazio questo suo fondamentale dovere, che
essa non potrebbe sminuire o alterare senza tradire la propria
costitutiva natura, la propria originaria vocazione.
II
Ecco, Fratelli e Figli, l'ideale missionario che oggi fa vibrare i
nostri cuori; ed è proprio questo ideale ciò che unifica e rende
simili le pur tanto diverse figure dei quattro nuovi Beati, che in
questo giorno la Chiesa propone al culto e all'imitazione dei suoi
figli. Ne ricordiamo brevemente le caratteristiche essenziali nelle
lingue proprie di ognuno di essi.
1) Nous dirons d'abord aux Fils du Père de Mazenod, aux membres
de sa famille, à ses compatriotes d'Aix-en-Provence, aux
diocésains de Marseille, à tous les pèlerins venus pour le fêter:
soyez très fiers, exultez de joie! C'était un passionné de
Jésus-Christ et un inconditionnel de l'Eglise! Aux lendemains de
la Révolution française, la Providence allait en faire un pionnier
du renouveau pastoral. Dès son retour à Aix, après son
ordination, l'Abbé de Mazenod est saisi par les urgences du
diocèse: les jeunes, le menu peuple, les marginaux, les populations
rurales. II se veut le prêtre des pauvres et gagne des compagnons à
son idéal. C'est le début d'une petite société: les
Missionnaires de Provence qui deviendront les Oblats de Marie
Immaculée. Nommé Vicaire général puis Evêque de Marseille,
Mgr de Mazenod donne sa pleine mesure.
Il bâtit des Eglises, crée de nouvelles paroisses, veille avec
vigueur et tendresse à la vie de ses prêtres, multiplie les visites
pastorales et les prédications percutantes, souvent en langue
provençale, développe l'instruction catéchétique et les oeuvres de
jeunesse, fait appel aux congrégations enseignantes et
hospitalières, défend les droits de l'Eglise et du Siège de
Pierre. A partir de mille huit cent quarante et un, les Oblats de
Marie embarquent vers les cinq continents et vont jusqu'au bout des
terres habitées. Notre Prédécesseur Pie XI dira d'eux: «Les
Oblats, voilà les spécialistes des Missions difficiles!». Et le
Père de Mazenod voulait qu'ils soient de parfaits religieux! Ce
Pasteur et ce Fondateur, témoin authentique de l'Esprit Saint -
comme l'a si bien dit Mgr l'Archevêque de Marseille dans son
Bulletin diocésain -, lance à tous les baptisés, à tous les
apôtres d'aujourd'hui un rappel capital: laissez-vous envahir par
le feu de la Pentecôte et vous connaîtrez l'enthousiasme
missionnaire!
2) Im neuen deutschen Seligen P. Arnold Janssen ehrt die Kirche
einen unermüdlichen Apostel der Frohbotschaft Jesu Christi, den
Gründer der Steyler Missionare und der Steyler Missions- und
Anbetungsschwestern. Sein tiefgläubiges Leben und Wirken galt vor
allem der getreuen Verwirklichung des Missionsauftrages Christi:
«Gehet hin in alle Welt und predigt das Evangelium allen
Geschöpfen» (Marc. 16, 15). Das große Missionswerk, das
der selige Stifter Arnold Janssen fast ohne menschliche Mittel
aufbaute, ist die kostbare Frucht seines persönlichen apostolischen
Einsatzes und seines unerschütterlichen Vertrauens in Gottes Willen
und Vorsehung. Er war ein Mann des unablässigen Gebetes und ein
Eiferer des Gebetsapostolates. In besonderer Weise verehrte er das
Heiligste Herz Jesu, das Göttliche Wort und den Heiligen
Geist. Durch die Förderung der Exerzitienbewegung und die
Gründung eines intensiven Presseapostolates leistete P. Janssen
einen bedeutsamen Beitrag zur Erneuerung des religiösen Lebens in
der Heimat. Seine segensreichen Ordensgründungen weiteten
schließlich den Horizont seines fruchtbaren seelsorglichen Wirkens zu
den Dimensionen eines weltweiten Missionsapostolates. Daß seine
Seligsprechung jetzt im 100. Gründungsjahr der Gesellschaft des
Göttlichen Wortes zusammen mit der des Dieners Gottes P. Joseph
Freinademetz vollzogen wird, ist eine gnädige Fügung Gottes.
3) Dieser zweite selige Steyler Glaubenspionier aus Südtirol,
dem Gebiet der ladinischen Sprache südlich der Dolomiten, das
damals sowohl staatlich wie kirchlich zu Österreich und heute zum
italienischen Territorium Alto Adige gehört, war der erste
Missionar seiner Ordensgemeinschaft im großen chinesischen Volk,
dem unsere besondere Liebe und Sorge gilt. Er ist den Chinesen ein
Chinese geworden, um sie für Christus zu gewinnen. Das hohe Ideal
des christlichen Missionars, das zur Gründung der Steyler
Missionsinstitute geführt hatte, fand somit schon gleich zu Anfang
im seligen P. Joseph Freinademetz eine erste Verwirklichung. Er
ist Vorbild und Fürsprecher aller jener, die in fernen Ländern
unter vielerlei Gefahren, von denen der heilige Paulus im zweiten
Korintherbrief spricht (2 Cor. 11, 22-33), den Glauben
verkünden. E salutiamo, in questa occasione, con cordialissimo
affetto, i numerosi pellegrini di Bolzano-Bressanone, che, con le
forti e fedeli popolazioni dell'Alto Adige, giubilano per
l'elevazione agli Altari del loro condiocesano, eroico esempio di
generosità assoluta Verso Dio che chiama.
4) Unter den wegen ihres missionarischen Wirkens von uns am heutigen
Weltmissionssenntag seliggesprochenen Glaubenszeugen fehlt auch nicht
ein leuchtendes Beispiel für die Mitwirkung der Frau im
Missionsauftrag der Kirche. Es ist die ehrwürdige Dienerin Gottes
Maria Theresia Ledóchowska. Sie stammte aus einem Adelsgeschlecht
polnischen Ursprungs, wie es ihr Name anzeigt, jedoch
österreichischer Nationalität in Salzburg; sie ist die Nichte des
Kardinals Ledóchowski, die Schwester des späteren Generaloberen
der Gesellschaft Jesu, des so geschätzten P. Wladimir
Ledóchowski, wie auch die Schwester einer anderen auserlesenen
Seele, Ursula, der Gründerin der Schwestern vom Heiligsten
Herzen Jesu in der Todesangst (die hier in Rom in Primavalle gut
bekannt sind). Die neue Selige, Maria Theresia Ledóchowska,
vernahm den dringlichen Aufruf von Kardinal Lavigerie für Afrika
und stellte ihre hervorragenden Fähigkeiten hochherzig in den Dienst
der Kirche und des Missionsapostolates. Sie gründete die
Petrus-Claver-Sodalität für die afrikanischen Missionen, die
heutigen «Missionsschwestern vom hl. Petrus Claver», deren Ziel
es ist, die apostolische Tätigkeit der Missionare in Afrika durch
Gebet, Almosen, religiöse Schriften und sonstige erforderliche
Hilfen tatkräftig zu unterstützen. Die selige Maria Theresia
Ledochowska förderte den Missionsgedanken insbesondere auch durch
Vorträge, Abhandlungen und die Verbreitung von Zeitschriften, die
noch heute erscheinen. Sie war aus dem Geist des Evangeliums und der
christlichen Nächstenliebe auf vorzügliche Weise eine Pionierin der
modernen Forderung nach Alphabetisation.
III
La ristrettezza del tempo ci impedisce di soffermarci più a lungo,
come pur vorremmo, sullo specifico messaggio che ciascuna di queste
grandi figure propone a noi, uomini del nostro tempo. Tuttavia non
tralasciamo di cogliere un triplice invito, che da tutte e quattro
insieme ci viene, come un unico concerto di voci.
a) Anzitutto l'invito a sentire e a vedere negli uomini il nostro
fratello, che con noi e come noi vive, ama, spera, piange; ad
aiutarlo ad elevarsi, a raggiungere la pienezza del suo sviluppo
umano, sociale, culturale, spirituale. Tutto questo non certo
soltanto per una sia pure legittima simpatia, per un affiatamento, per
una, diciamo così, «compassione» che nasca da motivi soltanto
naturali, ma prima e soprattutto dalla luce della Rivelazione, che ci
indica, misteriosamente presente e nascosto nel volto dei fratelli,
specialmente se sofferenti, il volto stesso di Cristo (Cfr.
Matth. 25, 31-46).
b) Ci viene poi l'invito a cogliere i segni dei tempi per
testimoniare e rendere sempre attuale la presenza della Chiesa nel
mondo, in tutti quei modi che ci vengono offerti sia dalle circostanze
del kairòs (redimentes tempus, «profittando del tempo» - Eph.
5, 16), sia dalle inclinazioni del genio proprio di ciascuno. I
nuovi Beati ci danno infatti l'immagine di persone non certo ripiegate
su se stesse in sterili narcisismi o nella soluzione di problemi o
pseudo-problemi individuali, ma che si sono messe a lavorare sul
serio, e sodo, per il Regno di Dio, dove e come e quando hanno
intuito le enormi possibilità di rendersi utili. Ed essi insegnano a
tanti spiriti inquieti o malcontenti o demoralizzati a spendersi per gli
altri con più fatti e forse con meno parole, perché gli operai della
vigna sono attesi a tutte le ore (Cfr. Matth. 20, l-16).
c) In terzo luogo, essi ci invitano a prendere sempre maggiore
coscienza che «nella situazione attuale, in cui va profilandosi una
nuova condizione per l'umanità - usiamo ancora le parole del
Concilio - la Chiesa, che è sale della terra e luce del mondo, è
chiamata in maniera più urgente a salvare e a rinnovare ogni creatura,
affinché tutte le cose siano instaurate in Cristo e gli uomini in Lui
costituiscano una sola famiglia e un solo Popolo di Dio» (Ad
Gentes, 1). L'alimento insostituibile di quest'opera di suprema
importanza è: la fede; l'amore; la preghiera, nel cuore di
valorosi Missionari.
¿Qué fuerza misteriosa impulsó a los nuevos Beatos a seguir el
ideal misionero? Una fe sin límites en Dios, que se traduce en un
apasionado amor a Cristo. Fe y amor que se despliegan en un
desbordante deseo de difundir entre los hombres el mensaje de
salvación. Al exaltar hoy gozosos el ejemplo de santidad de los
nuevos Beatos, pidamos también su ayuda e intercesión para cuantos,
movidos por estos mismos ideales, dedican sus vidas a la
evangelización del mundo.
Prayer has been, finally, the secret force of the astonishing
fruitfulness of action of these souls. Prayer has sustained them in
difficulties and enabled them to perform works that surpass human
strength. And their example teaches all the apostles-today and for
ever-that the interior life is, and remains, «the soul of every
apostolate». This is the secret and prerequisite of the missionary
influence at all levels of the Church in the world. As these new
Beati-so different and yet so similar-show us the way to follow, may
they also obtain God's help for us. We ask this of them, entrusting
our intentions to the first-fruits of their intercession.
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