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Domenica, 16 ottobre 1977
Questa celebrazione, voluta dalla carità della Chiesa di Roma e del
Sinodo che in questi giorni vi è unito, intende onorare con un atto
pubblico e particolare una circostanza personale della mia vita, che mi
obbliga a collegare alla parola evangelica che viene letta nelle Chiese
del mondo in questa XXIX Domenica «per annum» la somma di
sentimenti, che questa stessa celebrazione suscita in me.
Il Vangelo, proposto alla riflessione odierna della Chiesa, parla
della «necessità di pregare sempre, senza stancarsi», bisogna
sempre pregare senza stancarsi (Luc. 18, l-8). Ci sarà
facile perciò, tanto a me, chiamato in causa a titolo speciale,
quanto a voi, presenti a questa cerimonia proprio in quanto fedeli
della Diocesi di Roma, la «mia» Diocesi, e non meno a voi,
Venerati Fratelli, membri ed aggregati al Sinodo in corso di
svolgimento, e rappresentanti della Chiesa cattolica di tutto il
mondo, ci sarà facile convertire in comune preghiera il motivo
estrinseco, ma esso pure essenzialmente ecclesiale, della nostra
odierna liturgia. La quale, come sapete, è promossa per invitare
tutti i presenti a pregare il Signore per la mia umile persona, che ha
raggiunto, in questi giorni, la venerabile, ma umanamente poco
invidiabile età degli ottanta anni.
Ebbene, sì. Vale la pena di pregare per un Vescovo, e tanto più
se questo Vescovo è il Papa, che ha raggiunto il traguardo di tale
età; e ciò per due evidenti motivi: primo, perché la durata della
nostra vita costituisce, tutto sommato, una grande responsabilità,
tale è il senso del tempo concesso alla nostra esistenza terrena; esso
non è che una somma di doveri e di grazie della quale dobbiamo rendere
conto; e secondo, perché questa durata annuncia sempre più prossima
la fine del periodo di tempo stesso concesso alla nostra vita mortale,
e il «memento homo» della morte vicina incombe inesorabile e sempre
più grave sull’accresciuta precarietà della giornata terrena; e
l’uno e l’altro motivo costituiscono ben grave ragione di trepidante
ansietà per l’avvicinarsi dell’imminente giudizio divino (Cfr.
Io. 21, 19; Matth. 16, 27; Rom. 2, 6).
Perciò io devo vivamente ringraziare di questa ora di preghiera,
così piamente, così filialmente, così collettivamente promossa per
ottenere l’assistenza divina a questi miei vecchi anni, dei quali
riconosco, in ordine al mio destino finale, la loro decisiva
importanza. Grazie, Venerabili Fratelli; grazie, carissimi
Figli, di cotesto confortante segno della vostra pietà, anzi della
vostra comunione.
Ebbene lasciate che, per un solo breve momento, anch’io vi manifesti
l’attestato della mia corrispondente affezione per voi. Le parole
d’infinita carità, che S. Paolo riserva all’amore di Cristo per
l’Apostolo stesso: «Egli mi ha amato e ha dato Se stesso per me»
(Gal. 2, 20), a mia confusione e a mio stimolo hanno governato
la mia umilissima attività, durante la mia lunga permanenza romana.
Sì, Roma ho amato, nel continuo assillo di meditarne e di
comprenderne il trascendente segreto, incapace certamente di penetrarlo
e di viverlo, ma appassionato sempre, come ancora lo sono, di
scoprire come e perché «Cristo è Romano» (Cfr. DANTE
ALIGHIERI, La Divina Commedia, «Purgatorio»,
XXXII, 102).
E a voi, Romani, quasi unica eredità ch’io vi possa lasciare, io
raccomando di approfondire con cordiale e inesauribile interesse, la
vostra «coscienza romana», abbia essa all’origine la nativa
cittadinanza di questa Urbe fatidica, ovvero la permanenza di
domicilio o l’ospitalità ivi goduta; «coscienza romana» che qui
essa ha virtù d’infondere a chi sappia respirarne il senso
d’universale umanesimo, non pure emanante dalla sua sopravvivenza
classica, ma ancor più dalla sua spirituale vitalità cristiana e
cattolica.
L’augurio si estende. Che tutti i credenti della santa Chiesa ed
anche coloro che aspirano ad un ecumenismo religioso autentico, possano
a buon diritto, per fede e per amore, far propria la definizione, non
tanto giuridica quanto spirituale, che di San Paolo fu data: «Hic
homo civis Romanus est», «quest’uomo è cittadino Romano»
(Act. 22, 26).
La presenza, in questa Basilica, dei Padri Sinodali, che
esprimono la Chiesa cattolica diffusa in tutto il mondo, mi fa pensare
alle migliaia di messaggi augurali che, in occasione del mio
genetliaco, mi sono pervenuti, da tutte le Nazioni: sono voci di
personalità civili, di Pastori, di sacerdoti, di religiosi, di
religiose, di padri, di madri, di lavoratori, di uomini di cultura,
di giovani, di ammalati, di bimbi, i quali non solo esternano il loro
sincero affetto per la piccola mia persona, ma ribadiscono con
chiarezza la fede nella Chiesa e nell’ufficio singolare del
Successore di Pietro.
Forse non sarà possibile dare a tutti e ai singoli il dovuto e
meritato riscontro. Vorrei pertanto pregare voi Padri Sinodali che,
al rientro nelle vostre sedi, vi rendiate interpreti presso i vostri
fedeli della mia gratitudine e del mio affetto paterno.
Con questi voti e con riconoscenza per la presenza a questa cerimonia
celebrativa, tutti io benedico di cuore.
Je suis heureux de profiter de la présence des Evêques, venus du
monde entier au Synode sur la Catéchèse. Je leur confie le soin
d’exprimer ma plus chaleureuse gratitude à leurs compatriotes, qui
m’ont adressé de si nombreux témoignages d’affection et de
reconnaissance, à l’occasion de mon quatrevingtième anniversaire.
Et je me permets d’insister: à tous leurs compatriotes, depuis les
plus hautes personnalités civiles et religieuses jusqu’au monde
combien sympathique des adolescents et des enfants. Que Dieu les
récompense tous de leur démarche si réconfortante!
In greeting the Synod Fathers, I ask them also to carry back to
their beloved Dioceses the expression of my thanks and my paternal
affection. It would be difficult for me to tell everyone individually
how deeply I appreciate the thousands of messages and numerous prayers
offered for me on my birthday. For this manifestation of faith and
ecclesial communion I am profoundly grateful. Kindly explain to the
People the strength I find in their prayers that sustain me in being
the Father of the universal Church. Tell the People of my love in
Christ Jesus.
Gern benutze ich diese heutige Eucharistiefeier mit den Vätern der
Bischofssynode, um durch Sie in Ihren Ländern all denen zu
danken, die mir zum achtzigsten Geburtstag ihre besten Glüch-und
Segenswünsche übermittelt haben. Es sind Menschen aus allen
sozialen Schichten, insbesondere auch viele Jugendliche. Möge
Gott allen ihr freundliches Gedenken und ihr Gebet mit seiner Gnade
überreich vergelten!
Queremos aprovechar la presencia de Obispos de todo el mundo,
reunidos con motivo del Sínodo, para agradecer los numerosos
testimonios de felicitación, acompañados de oraciones, que nos han
llegado con ocasión de nuestro octogésimo cumpleaños. Esos
testimonios provenían de Autoridades civiles, eclesiásticos,
religiosos, personas privadas, jóvenes y niños. A vosotros,
Venerables Hermanos, os encargamos de transmitir nuestro sincero
agradecimiento, nuestra correspondencia en la plegaria y nuestra
afectuosa Bendición.
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