|
Australia, Sydney
Martedì, 1° dicembre 1970
Cari Figli e Figlie,
Sono due secoli da quando il Capitano James Cook gettava l'ancora
nella Botany Buy, presso quella che sarebbe diventata Sydney: egli
era il primo navigatore inglese che esplorasse questa costa del vostro
continente. È questo l’avvenimento che la vostra Nazione celebra
quest’anno, e Noi abbiamo voluto, in occasione di questo viaggio,
associarci alla vostra preghiera di ringraziamento.
L’Australia aveva gia degli abitanti, e Noi salutiamo con
soddisfazione i loro rappresentanti, auspicando che tutti possano
sempre trovare, in questa importante confluenza di popoli di cui voi
siete i testimoni, i mezzi per salvaguardare i loro valori umani per
riuscire ad integrarsi sempre più pienamente nella nazione.
Ma questa celebrazione ci fa sentire come è giovane questo Paese,
per la maggior parte di voi. Forse del resto non siete voi, per
questo, persone che conservano il culto del passato? Forse vi è.
sufficiente la vostra fierezza di avere edificato un’Australia
prospera? Questo dinamismo, che vi è proprio e che rifulge nel
sorgere ininterrotto dei vostri grandi edifici e l’animazione di questa
grande città vi fa volgere più volentieri lo sguardo verso
l’avvenire, e questo - a considerare il corso normale delle cose -
si presenta sotto i migliori auspici.
Noi tuttavia, meditando intorno all’evento che stiamo commemorando,
che è stato il punto di partenza per la trasformazione completa
dell’Australia, possiamo trarre qualche spunto per la Nostra
coscienza storica, civica, morale e religiosa.
Ogni uomo, come ogni società, ha la sua storia. Voi che
rappresentate qui un popolo singolare, frutto dell’incontro di uomini
così diversi per nazione, per lingua, per cultura, sapete bene che
la vostra vitalità, il vostro amore al lavoro, il vostro spirito di
iniziativa sono il patrimonio vivente che vi ha trasmesso lo spirito
pionieristico dei vostri antenati. Ed è per questo che non possiamo
considerare la storia come uno svolgimento cieco di avvenimenti
fortuiti: Dio è Padrone della Storia; Gesù Cristo, che è il
medesimo ieri, oggi e sempre (Cfr. Hebr. 13, 8), «verso il
quale convergono le aspirazioni della storia e della civiltà»
(Gaudium et spes, 45, 2), nel suo amore per l’uomo, dirige
ordinatamente il moto della storia al progresso dell’umanità ed in
vista della «terra nuova e dei cieli nuovi», dove vi sarà perfetta
giustizia (Cfr. 2 Petr. 3, 13 e Apoc. 21, 1).
La coscienza civica così notevole nel vostro Paese non è forse
radicata nel volstro passato? Non è forse l’esperienza intima con
cui ciascuno partecipa all’edificazione di un paese nuovo, che ha
suscitato nei vostri padri ed in voi stessi il rispetto delle libertà
democratiche? Ogni cittadino, nonostante la varietà dei compiti e
delle reazioni personali, è presso di voi sensibile ad un bene
comune, che oltrepassa la propria persona: egli l’accetta e vi porta
il suo contributo. Continuate su questa linea, senza chiudere il
vostro cerchio ristretto per una soddisfazione egoistica. Vivete
questa parola di San Pietro: «Comportatevi da liberi, non da
persone che si servono della libertà come di una maschera per
nascondere la malizia, ma da servi di Dio» (1 Petr. 2, 16).
Al vertice di tutto si pone la vostra coscienza morale e religiosa.
La tentazione di ritenersi appagati, allorché sono soddisfatti i
bisogni materiali e temporali, insidia le società giunte al vostro
livello di vita; vi è un rischio di ridurre tutto ad un umanesimo
terreno, dimentico della dimensione morale e spirituale della vita, e
di non preoccuparsi più del necessario rapporto dell’uomo con il
Creatore di ogni bene e con il Supremo Regolatore del suo retto uso.
Quale vuoto allora nel cuore umano! Quale tentazione di supplirvi
mediante contraffazioni, delle quali alcune, come l’egoismo,
l’edonismo, l’erotismo e molte altre ancora, portano al disprezzo
dell’uomo medesimo, senza peraltro soddisfare la sua profonda
inquietudine! Il cuore dell’uomo è fatto per Dio, e non esiste
umanesimo integrale se non nel suo servizio (Cfr. Populorum
progressio, 42).
Noi invitiamo coloro che hanno una responsabilità nella vostra
Nazione, a tutti i livelli e in tutti i campi, a profittare di questa
circostanza per fare un esame di coscienza. Genitori, educatori,
pubblicisti, legislatori, uomini politici, non è sufficiente
determinare o raggiungere una riuscita personale; bisogna aprire gli
spiriti ed i cuori ai doveri sociali e religiosi. Ogni uomo è oggi
più che mai responsabile di tutti gli uomini! Il soddisfacimento
delle aspirazioni religiose ed una condotta di vita secondo il Vangelo
non sono la migliore garanzia, per la vostra prestigiosa Nazione e per
il mondo, di una società affratellata nella scoperta di una comune Paternità?
Che Dio benedica la grande Nazione Australiana, e le accordi pace e
prosperità.
|
|