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Australia, Sydney
Mercoledì, 2 dicembre 1970
Cari Figli e Figlie,
Tra gli incontri del Nostro programma abbiamo voluto includere questo
speciale contatto con il vostro mondo, giovani di Australia. Non che
voi non facciate parte della comunità cattolica in forza dello stesso
battesimo e per la comune professione della stessa fede (Eph. 4,
5), ma perché ci è sembrato che in questo giovane popolo voi siete
i giovani tra i giovani e che quindi abbiate diritto ad una particolare parola.
Noi vorremmo che in ciò ravvisaste la simpatia della Chiesa per la
gioventù. Ciò non significa che la Chiesa si senta come quelle
persone avanzate in età che, per dare un sostegno alle loro mancanti
forze, ricercano l’appoggio di un braccio vigoroso. Certo, essa
può far valere la sua lunga storia, la sua ricca esperienza,
acquistata al contatto con numerose generazioni di ogni origine e di
ogni cultura; ma non pensiamo che ciò possa impedirle di interessarsi
alle nuove forze di oggi e suscitare il loro attaccamento. La sua
ragion d’essere, la sua giustificazione è il prolungamento della
presenza di Gesù Cristo in mezzo agli uomini, la diffusione della
sua parola e la comunicazione della sua vita. Non si è egli definito
«via, verità e vita»? (Io. 14, 6) Non è la luce per ogni
uomo? (Io. 1, 6) Uomo nuovo e perfetto, eternamente giovane
perché dominatore delle vicissitudini del tempo, egli è, ai nostri
giorni, come ai primi tempi della cristianità, colui che rivela
pienamente l’uomo a sé stesso e gli permette di arrivare alla sua
pienezza. Il Concilio l’ha giustamente chiamato «termine della
storia umana, punto focale dei desideri della storia e della civiltà,
centro del genere umano, la gioia di ogni cuore e il compimento delle
loro aspirazioni» (Gaudium et spes, 45, 2).
La missione della Chiesa è nella esatta direzione di questa volontà
del Cristo di andare verso ciascuno per schiuderlo nella sua
profondità e secondo le sue ricchezze, per elevarlo e salvarlo,
facendolo divenire figlio di Dio. Dal Cristo la Chiesa riceve
questa virtù - al di sopra delle capacità di ogni società puramente
umana - di essere la piena risposta alle vostre giovani anime, perché
essa è «la giovinezza del mondo» (Appello del Concilio ai Giovani
- 8 dicembre 1965), che si rinnova incessantemente, che offre a
ogni nuova generazione, a ogni nuovo popolo la Buona Novella che li
salva, attingendo dal tesoro infinito della parola di Dio la risposta
alle situazioni più inedite.
Perciò la Chiesa viene a voi senza complessi. Essa sa i valori di
cui siete portatori, quelli del vostro numero, quelli del vostro
slancio verso l’avvenire, quelli della vostra sete di giustizia e di
verità e della vostra avversione per l’odio e per la sua peggiore
espressione che è la guerra, persino quelli del rigetto degli elementi
caduchi della moderna civiltà. Dio li ha messi in voi per rispondere
con un atteggiamento nuovo a una situazione nuova. Colui che ha creato
la vita, colui che, con la sua Incarnazione, ha voluto essere in
tutto partecipe della nostra condizione umana, eccetto che nel
peccato, ha pure la capacità di fare avanzare verso il suo termine la
storia umana e di salvare questo mondo dalla divisione e dal caos,
conducendolo, con il concorso libero di ciascuno, verso il suo
meraviglioso destino di regno di Dio.
C’è un’intima connessione, cari giovani, tra la vostra fede e la
vostra vita. Proprio nell’insoddisfazione che vi tormenta, nella
vostra critica di quella società - che oggi è giustamente chiamata
società permissiva - c’è un elemento di luce.
In quella società, si verificano purtroppo ogni giorno più atti
aggressivi, nuovi atteggiamenti e modelli di comportamento che non sono
cristiani. Quando voi li denunciate e chiedete che la società li
rigetti, sostituendoli con i valori autenticamente basati sulla vera
giustizia, sulla vera sincerità, sulla vera rettitudine morale e
sulla vera fratellanza, voi avete certo ragione. Avete non solo
l’approvazione, ma il pieno appoggio della Chiesa.
Ma fate attenzione al modo in cui voi vi occupate di ciò e fate questo
sforzo, perché, se vi ripiegate su voi stessi, se vi costituite
giudici supremi della verità, se rigettate in blocco il passato, -
cioè quel che i rappresentanti della stessa specie umana alla quale voi
appartenete, fondamentalmente con le stesse doti e gli stessi difetti,
si sono sforzati di edificare -, allora il mondo di domani non sarà
sensibilmente migliore, anche se sarà differente, perché la radice
del male non sarà stata estirpata: quella dell’orgoglio dell’uomo.
«L’uomo - abbiamo detto nella Nostra Enciclica Populorum
progressio - può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio egli
in fondo non può che organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo
esclusivo è un umanesimo inumano» (Populorum progressio, 42).
Se, al contrario, voi accettate di andare incontro a colui che ha
dato, più di ogni altro, la prova del suo amore per l’uomo,
offrendosi sino alla morte per salvarlo, allora voi accenderete la
fiamma dei vostri ideali al fuoco della sua divina carità, e
parteciperete a questa marcia dell’uomo verso la luce: «perché non
c’è sotto il cielo altro nome dato agli uomini che possa salvarli»
(Act. 4, 12).
Questa è la vostra vocazione, cari Figli e Figlie. Ecco dove si
colloca il vostro dovere. Bisogna scegliere. Per l’uomo con Gesù
Cristo o contro l’uomo. Non si tratta di una scelta sentimentale e
superficiale; si tratta della vostra vita e di quella degli altri.
Sta a voi, con l’aiuto dei vostri genitori, dei vostri educatori,
dei vostri compagni, tra di voi, in seno alle organizzazioni adatte
alla vostra età e alle vostre ricerche, approfondire questi doni della
vostra fede. Non è infatti possibile che la vostra vita di
adolescenti e di giovani si rischiari ancora dalla vostra fede di fanciulli.
D’altra parte non si tratta soltanto di voi; si tratta di tutti i
vostri fratelli della comunità australiana; si tratta, al di là
delle vostre frontiere, della salvezza del mondo. Dio non ci ha
salvati isolatamente, ma perché noi formassimo un popolo compatto e
pacifico. La felicità delle vostre anime, voi la troverete
essenzialmente nel parteciparla ad altri. Gli appelli non mancano;
vengono dal vostro ambiente, dai compagni che compiono gli stessi
studi; vengono dalle vostre parrocchie, dai poveri, dai malati;
vengono da oltre i mari del mondo che vi circonda e che cerca le ragioni
supreme della vita.
Con quale istanza e con quale affetto Noi supplichiamo il Maestro di
illuminare coloro che dubitano, di confortare coloro che soffrono, di
rivelarsi a voi tutti, lui così buono e così vicino a ciascuno di voi
per la pace e la gioia delle vostre anime. Di cuore Noi impartiamo
alla vostra assemblea e a tutta la gioventù australiana la Nostra
speciale Benedizione Apostolica.
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