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Sabato, 15 agosto 1964
Al Vangelo, il Santo Padre intrattiene il devoto uditorio sulla
sacra festività del 15 agosto, l’Assunzione di Maria Santissima
al Cielo, e sugli insegnamenti che ne derivano per la vita cristiana.
Dapprima, però, Egli saluta affabilmente i Signori Cardinali
Pizzarda, Vescovo della Diocesi di Albano - nel cui territorio è
Castel Gandolfo -, e di Jorio, che presiede alla Città del
Vaticano; il Clero; le Congregazioni religiose, di residenza sia
permanente, sia temporanea; i Collegi; l’intera popolazione. A
questa esprime il Suo gradimento di poter celebrare la S. Messa,
non più nella cripta della parrocchiale, come lo scorso anno, ma
nell’artistico tempio degnamente restaurato ed abbellito. Ciò deve
essere simbolo anche di rinnovamento spirituale in tutti, sì che
sempre più vasta divenga quella corrente di adesione al Padre delle
anime, la quale, già assicurata dalla comune dimora, deve esserla
pure nel pensiero, nelle opere, nella preghiera.
SALUTI E VOTI DEL PASTORE SUPREMO
Altro particolare saluto il Sommo Pontefice dà al Sindaco e alla
compagine municipale: al Direttore ed ai componenti l’amministrazione
delle Ville Pontificie, a cui tanto deve la tranquillità e il
benessere del suo soggiorno; e, dopo un affettuoso pensiero al parroco
da poco defunto, Don Dino Sella, - che per tanti anni profuse cure
ed assistenze -, l’augurio al nuovo Pastore della parrocchia, che
ha assunto quale dovere e proposito il rinnovamento religioso, morale,
organizzativo dei fedeli. Perciò il fervente voto per lui ed una
benedizione affinché le sue fatiche possano divenire feconde, mercé i
buoni sentimenti e lo zelo di tutti i Castellani. Ma il godimento
spirituale maggiore è quello di celebrare insieme la festa di Maria
SS.ma Assunta in Cielo. È una solennità che obbliga a letizia.
Le altre ricorrenze sacre dedicate alla Madonna suscitano in noi
raccolta meditazione sui vari momenti della sua vita terrena e sui
misteri del Divino suo Figlio Gesù: per cui La seguiamo da
Nazareth e Betlemme fin sul Calvario, sotto la Croce, e
consideriamo le sue ansie, le pene, i dolori, intimamente compresi di
vederla associata ai giorni e alle sofferenze del Redentore.
Oggi, invece, siamo obbligati ad esultare, poiché nella letizia
più alta ci si presenta la conclusione d’una esistenza eccezionale e
privilegiata, con i fulgori di gloria, beatitudine e trionfo che il
Signore ha voluto dare a questa Creatura elettissima. Siamo dunque
invitati ad onorare la Madonna echeggiando il suo: Fecit mihi magna
qui potens est, come chiamati anche noi alla immensa lode, che, in
Paradiso, Angeli e Santi Le tributano, osannando ad una pienezza
di comunione con Dio quale nessun’altra creatura ha mai conseguito.
«TUTTE LE GENTI MI CHIAMERANNO BEATA»
Ed eccoci, con questa sentita, ineffabile partecipazione, ad attuare
una profezia appunto della Madonna: l’avveramento cioè di una parola
che Ella, con previsione antiveggente, ha potuto esprimere, dando
alla storia cristiana una sua direzione e un suo lume. È contenuta nel
Magnificat, la pagina del Vangelo oggi propostaci.
«. . . Beatam me dicent omnes generationes». Tutte le genti mi
chiameranno beata. Con che slancio ci uniamo alle processioni umane di
tutti i secoli per cantare, con Maria, il suo privilegio e la sua
incomparabile vocazione!
Si pone, quindi, davanti a noi, il duplice quesito sul perché e sul
come dobbiamo chiamare Beata Maria SS.ma. Occorre cioè studiare
il culto dovuto alla Madonna, che ha acquisito una fioritura
provvida, consolante, sì da costituire una delle forme più
caratteristiche della nostra devozione. Perché - possiamo chiederci
- devo onorare la Madonna così? La risposta è facile. È il
Signore ad onorarla per primo; Maria è la Madre di Cristo; i
disegni di Dio sono passati attraverso di Lei; la Provvidenza ha
concentrato in questa Donna elettissima il cardine del suo piano per la
salvezza del mondo. Noi non approfondiremo mai abbastanza così
stupenda realtà: ciò che Iddio ha compiuto in Maria! Nel
riflettere al modo prescelto dal Signore per redimere l’intera
famiglia umana, ci troviamo subito a fare recapito e riferimento a
Maria Santissima. Sarà davvero una deliziosa meditazione
soffermarci a scoprire il pensiero di Dio su questa umile e grande
Vergine di Nazareth, che in sé contiene luci e doni e merito
talmente cospicui, che la nostra facoltà di comprendere si esaurirà
prima di poter misurare ciò che si presenta al nostro intelletto e al
nostro cuore.
Basta questa premessa per farci rispondere con esattezza al secondo
quesito: come onorare la Madonna? La risposta - ecco un primo
fondamento - è connessa essenzialmente con il mirabile rapporto di
luce e di grazia fra l’Onnipotente e l’Immacolata. L’ingente
numero e varietà di omaggi che sgorgano dal cuore della Chiesa per
celebrare degnamente Maria indicano molto bene le linee che devono
guidarci e che, sicuramente, non sminuiscono ma avviveranno ognor più
la nostra pietà.
Tutti riconosciamo - e proprio oggi dobbiamo in maniera accentuata
proclamarlo a noi e agli altri - che a Maria si deve un culto
eccezionale, singolare. Iperdulia, lo definisce il Catechismo.
Questo termine spiega qualche cosa che va molto al di là delle misure
ordinarie, per cui noi non potremo mai soddisfare appieno il nostro
dovere di venerazione a Maria, il cui diritto a tali onori oltrepassa
i nostri confini ed ogni nostra possibilità. Siamo perciò di fronte
al precetto religioso, che ci impegna in maniera tutta particolare.
«AD IESUM PER MARIAM»
Il secondo criterio, che distingue ed avvalora questa devozione,
emana dal fondamentale principio: noi non dobbiamo mai disgiungere il
culto a Maria da quello che devesi rendere al Suo Figlio Divino,
Gesù Signor nostro. Nel caso contrario, sarebbe come voler
osservare una lampada prescindendo dal lume che porta con sé. La
lampada è bella se ha la sua luce; e la luce di Maria è il Cristo,
che Ella ha portato e generato per noi. Se dissociassimo Maria da
Cristo, il culto a Maria perderebbe la sua ragion d’essere. E come
non dobbiamo mai dividere Maria da Gesù, ma vedere la dignità di
Lei emanare da Cristo medesimo, e scorgerne i motivi che la rendono
così singolare precisamente nel sublime onore d’essere la Madre di
Cristo, congiunta a Lui con rapporti vitali, mediante, cioè, la
Incarnazione, il Mistero augusto ch’è principio di tutta la nostra
fede, così, nello stesso tempo, non dovremmo mai eguagliarla a
Cristo nelle espressioni del nostro ossequio.
Da qualche ingenua mentalità si ritiene la Madonna più
misericordiosa del Signore; con giudizio infantile si arriva a
definire il Signore più severo di Lei; e che bisogna ricorrere alla
Madonna giacché, altrimenti, il Signore ci castiga. Certo: alla
Madonna è affidato un preclaro ufficio di intercessione, ma la
sorgente d’ogni bontà è il Signore. Cristo è l’unico
Mediatore, l’unica fonte di grazia. La Madonna stessa è
tributaria a Cristo di tutto quanto possiede. È la Mater divinae
gratiae perché la riceve dal Signore. Risulta, dunque
indispensabile saper armonizzare i due concetti: l’unione di Maria
con Cristo, unione eccezionale, fecondissima, bellissima; e la
trascendenza di Cristo anche rispetto a Maria. È quanto Ella stessa
ha proclamato nel suo canto sempiterno: «Fecit mihi magna qui potens
est, et sanctum Nomen eius». Colui che è potente ha guardato
l’umiltà della sua Ancella: per questo tutte le genti mi chiameranno
Beata. La Madonna ci è maestra di umiltà anche e proprio nella
esaltazione della sua gloria.
ILLIMITATA FIDUCIA PER LA MADRE
Da ciò consegue che la nostra pietà dovrà essere sancita e diretta
dalla teologia, cioè dalla verità; non da un qualsiasi sentimento,
bensì da quanto Iddio ha stabilito. Vedremo allora che anche la
nostra devozione a Maria diviene grande, mirabile, e, nello stesso
tempo, ordinata, posta com’è sulla intera armonia delle verità e
realtà che la nostra religione presenta.
È facile questo? Senza dubbio lo è, specie per chi è docile e
segue il cammino dalla Chiesa prescritto per onorare Maria.
A tanto eccelsa Madre ricorreremo perciò con l’intero slancio ed
amore filiale di cui siamo capaci, manifestandole, anzitutto, la
nostra fiducia. Avete fiducia in Maria? - interroga amabilmente il
Santo Padre - confidate in Lei? le dite i vostri affanni, le
presentate le vostre attese, le vostre speranze? guardate a Lei
davvero come a dispensatrice di bontà, di assistenza, di gentilezza,
di amicizia cristiana?
Pensiamo alla indicibile fortuna di poterla chiamare Madre:
all’essere imparentati con Lei. Tra Maria e noi non c’è
distanza; v’è la consuetudine che porta i figli a rivolgersi in ogni
istante alla mamma, e a dire a lei tutte le cose.
Inoltre ci sarà agevole onorare così la Madonna; e vivo sentiremo
il desiderio di coordinare il più possibile la nostra vita al suo
esempio.
Maria è il modello più perfetto per noi, è la più santa. Se
l’avviciniamo con fede e tenerezza, quasi scorgeremo i raggi della sua
bellezza e santità riverberarsi sopra di noi. Accanto a Lei sapremo
essere puri, buoni, umani, mansueti, pazienti: tutta una possente
lezione evangelica di vita cristiana viene a porsi dinanzi a noi se tale
sarà il nostro intento di onorare la Madonna.
COLLOQUIO QUOTIDIANO: LA PREGHIERA
Infine il colloquio, cioè la preghiera. Dobbiamo pregare la
Madonna. Beati noi se siamo fedeli a recitare bene la prece così
popolare e splendida del Santo Rosario, che è come scandire il
nostro respiro affettuoso nella invocazione: Ave, Maria, ave,
Maria, ave Maria . . .! Fortunata la nostra esistenza se si
intreccia a questo serto di rose, a questa ghirlanda di lodi a Maria,
e ai misteri del suo Divin Figlio! Inoltre, insieme con il
Rosario, altre preghiere Mariane la Chiesa pone sulle nostre
labbra. Non dovrebbe perciò mai passare una giornata senza che, da
parte di tutti i fedeli, si rivolga un saluto, un pensiero alla
Madonna; per attrarre, in tal modo, un raggio di sole e di speranza
sulla nostra vita. Risoluti ed infervorati a pregare, avvertiremo,
proprio in questa necessità di invocazione, la estesa indigenza che
abbiamo; e sapendo di fare appello a un Cuore di inesauribile bontà e
misericordia qual è quello di Maria, esporremo a Lei tutte le nostre
necessità, prendendone, si direbbe, cognizione proprio nella
speranza che si accende dal materno soccorso. Molta gente non si
conosce perché ignora la possibilità di poter guarire dei propri
malanni. Quando, al contrario, vediamo dinanzi a noi la mirabile
sorgente di fiducia, la Mater spei et mater veniae, allora affidiamo
a Lei non solo i nostri personali desideri, ma quelli pure dei
fratelli, del mondo, della Chiesa stessa, del popolo, che tanto sta
faticando e lavorando, in questi anni, per tradurre la sua espressione
anche civile nelle forme più adeguate.
LA CHIESA IL RINNOVAMENTO L'UNITÀ LA
PACE
Preghiamo la Madonna che ci aiuti, - aggiunge Sua Santità - che
ci sia Madre; che sia Madre del popolo cristiano, delle nostre
famiglie, di questa parrocchia, dei nostri fanciulli e giovani, di
quelli che piangono e soffrono. Cerchino tutti di uniformare alla
supplica la propria esistenza spesso umile e povera, forse tribolata,
difficile, talvolta aberrante: otterranno dalla Madonna SS.ma la
gioia, la luce, la fiducia, giacché per mezzo di Lei ritroveranno
il Cristo.
Vi sono, inoltre, intenzioni particolari per più insistente
preghiera? Tante, certo: i diletti ascoltatori possono leggerle
nell’animo del Papa e diventare, così, suoi soci nell’appello alla
celeste Regina. Anzitutto la Chiesa: la grande famiglia dei
cristiani, il Corpo mistico di Cristo, la famiglia stessa di
Maria. È d’uopo ottenere grandi aiuti per la Chiesa, specie nel
presente periodo conciliare, affinché siano illuminati coloro che la
governano ed anche il popolo cristiano con agilità, prontezza e
generoso fervore risponda, per rendere operanti le deliberazioni del
Concilio.
Ancora e sempre pregare per la pace. Si noti quanti sussulti abbia
ancora la vita della umanità e come non di rado ci si trovi alla
vigilia di qualche possibile incendio, che potrebbe divampare a totale
rovina e distruzione! Occorre essere giustamente trepidi e vigilanti
in preghiera, fortezza, speranza.
Desideriamo - conclude il Santo Padre - affidare a voi un’altra
intenzione. Sapete che la scorsa notte il Signor Presidente della
Repubblica Italiana si è molto e di nuovo aggravato e che le sue
condizioni destano viva apprensione. Ebbene innalziamo anche per lui
una preghiera speciale. Imploriamo dalla Madonna che, dal
Paradiso, assista questa persona così buona e così degna; e, col
Presidente, assista e protegga tutto il popolo italiano.
Raccomandiamo poi alla Madonna le singole famiglie, quanti sono nel
pensiero e nel cuore di ognuno, con la certezza che giammai si
cercheranno invano lo sguardo e l’aiuto di Maria se, in conformità
alla voce della Chiesa ed a quanto essa dispone, avremo sempre seguita
così incomparabile Madre, l’avremo pregata, amata e onorata.
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