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Domenica, 4 luglio 1965
La pagina del Santo Vangelo or ora letto ci presenta la pesca
miracolosa, nella narrazione di San Luca, con una precisazione e una
vivezza di particolari, che la rendono incantevole, evidente,
nitidissima.
Il Santo Padre esorta i presenti a ricomporre nel proprio cuore il
quadro meraviglioso: Gesù, pressato dalla folla che gli si stringe
attorno, trova rifugio su una delle barche tornate da faticoso lavoro:
adesso i pescatori stanno lavando e sistemando le reti. Il Signore
sceglie la barca di Simone. E qui un primo commento. Il fatto di
ascoltare questa pagine del Vangelo sulla tomba gloriosa di quel
Simone, di Pietro, muove a meditare profondamente. Gesù elesse
Simone figlio di Giona; gli cambiò il nome in Pietro con il disegno
di costruire su di lui la più alta istituzione di tutti i tempi: «Tu
sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Un altro
giorno lo chiamerà pastore, dandogli il mandato di pascere il mistico
gregge; gli darà le chiavi del Regno dei cieli e il potere di
sciogliere e legare nel campo dello spirito, per la salvezza delle
anime.
Ma nel brano evangelico odierno, prosegue il Santo Padre, Gesù
cambia la professione di Pietro e da semplice pescatore - Simone
lavorava in società, in cooperativa, si direbbe oggi, con Giovanni
e con il fratello di questi, Giacomo, possessori di un’altra barca
- lo fa pescatore di uomini, di anime; apre cioè un orizzonte alla
vita futura di colui che sarà il suo primo Vicario in terra.
La rete mistica di Pietro è oggi questa stessa Basilica che accoglie
uomini d’ogni continente; intorno a Simone, trasformato in Pietro,
il Signore intesse il suo messaggio, e le virtù nuove, per cui
l’opera divina non è ristretta soltanto al povero Pietro, il quale
alla pesca miracolosa rimane spaventato e si prostra in atto di profonda
umiltà, ma - Gesù che consola l’interlocutore, lo dichiara - si
propaga al mondo intero.
È il mistero della Chiesa: la salvezza dell’umanità incentrata in
quest’uomo e nei successori di lui, deboli che siano, esclusivamente
per volere e misericordia di Dio. Perciò le moltitudini confluiscono
a questa rete di unione, verità e dottrina.
C’è, quindi, un motivo di esortare gli ascoltatori, ma
specialmente le «Giovanissime», che oggi gremiscono la Basilica, a
riflettere sulla realtà e definizione della Chiesa. La grande Madre
subito dimostra come, nelle vicende umane, domina, sapientissima e
divina, la mano del Signore.
Gesù Cristo chiama le anime e, architetto mirabile, costruisce la
sua Chiesa. Ognuno di noi, nella mano di Dio che opera così alto
prodigio di elevazione del genere umano e fa i nostri giorni terreni
vigilia della vita futura, diviene protagonista della nuova storia.
Nessun fatto della vita umana, per quanto insigne e rilevante, può
paragonarsi a questo, che indica il mistero della Provvidenza; lo
Spirito Santo, disceso ad infiammare i cuori, ad illuminare le
menti. Basta meditare, pur se lievemente, una tanto sublime
realtà, per avvertire subito la presenza di Cristo nella Chiesa, e
il nostro gioioso, necessario dovere. Siamo chiamati, infatti, a
corrispondere alla grazia del Signore: e perciò come non amare questa
sua Chiesa, come non difenderla, servirla, entusiasmarsi per essa?
In tale corrispondenza di devozione e di amore a Dio, le
«Giovanissime» e tutti i fedeli troveranno una eccelsa vocazione: e
nessuno, per piccolo ed umile ed insignificante che sia, rimane privo
di speciale invito, perché è stato creato appunto per essere nella
Chiesa, per farne parte viva e, in essa, dare testimonianza di
carità, di verità, nell’unione meravigliosa voluta da Dio.
L’interna fiamma susciterà le opere: ciascuno sarà impegnato a
dispensare ovunque l’inestimabile dono; ognuno diverrà apostolo di
Dio, con l’azione, la parola, il sacrificio.
Pietro, quando vide la pesca miracolosa, chiamò in aiuto Giovanni e
Giacomo. Ecco l’esempio: anche le «Giovanissime» - nei compiti
loro affidati di ausiliarie, collaboratrici - debbono cercare,
debbono chiamare altre anime, affinché si inseriscano nell’armonia
provvidenziale, e, ciascuna secondo le proprie possibilità, diano ad
essa diffusione e gloria.
Adunque: per tante volenterose anime giovanili il ricordo di questa
Messa è evidente. Siamo chiamati tutti a dar lode ed onore a Cristo
nella sua Chiesa; è una fortuna e una gioia; il giogo soave del
Signore giammai ci sarà di peso. Ascoltiamo fiduciosi e ubbidienti
la sua parola ed Egli farà di ogni battezzato, di ogni militante
nella Chiesa sua, un pescatore di anime.
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