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Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
Lunedì, 8 dicembre 1975
Fratelli e Figli carissimi!
Eccoci riuniti in questa patriarcale Basilica di Santa Maria
Maggiore per rendere alla Madonna Immacolata un atto particolare di
devozione, associando al nostro, non solo quello di voi qui presenti,
ma quello altresì delle Comunità Claustrali, tanto di Roma che di
tutto il mondo cattolico, le quali sono state preavvisate ed invitate
ad unire in questo momento le loro anime e le loro preghiere in coro di
lode, di oblazione e di invocazione a Maria Santissima.
Lo stesso diremo dei Santuari, sparsi sulla faccia della Terra, di
quelli dedicati al culto della Madonna specialmente, con le loro folle
di oranti e di meditanti; anche essi, i Santuari, sono convocati a
questo appuntamento spirituale e giubilare, supernazionale.
E si rivolga in modo speciale a queste anime Religiose la nostra
presente parola.
Con lo sguardo della fede, ben più illuminato e comprensivo di quello
dei sensi, vi contempliamo questa sera riuniti intorno a noi, quasi in
un’udienza invisibile ma vera, viva e vibrante, sotto lo sguardo
materno della Madre di Dio, per lucrare il Santo Giubileo.
La festa odierna dell’Immacolata Concezione e il ricordo del
Concilio Ecumenico Vaticano II, nel X anniversario della sua
solenne chiusura, conferiscono a cotesto mistico pellegrinaggio una
nota particolarmente suggestiva, ricca di spirituali significati. Ci
piace rilevarne alcuni, a vostro conforto e a comune edificazione.
Rinnovamento e riconciliazione: questi i temi programmatici
dell’Anno Santo, che noi abbiamo cercato di illustrare in numerosi
discorsi tenuti ai pellegrini convenuti per le settimanali Udienze
Generali. È forse tale programma estraneo o superfluo per i vostri
spiriti, votati alla vita contemplativa? Tutt’altro! La santità,
infatti, a cui voi aspirate con più assillante impegno, in un genere
di vita tutto intessuto di preghiera liturgica e privata, di pratica
dei consigli evangelici, di severa disciplina monastica e di
penitenza, non domanda forse anche da voi, Religiosi e Religiose
votati alla vita claustrale anzi da voi in grado più intenso, un
progressivo rinnovamento del vecchio uomo, che ciascuno porta in sé,
sempre afflitto dalle conseguenze del primo peccato, in vista della
nuova vita, riconciliata con Dio, con gli Angeli, con i fratelli e
con tutte le creature, in piena conformità al divino modello, Gesù
Cristo, nel quale il Padre riconciliò con sé il mondo? (Cfr. 2
Cor. 5, 19) È in voi, in verità, che trova più facile
attuazione la misteriosa palingenesi descritta dall’Apostolo delle
genti: «Ancorché l’uomo esteriore si consumi, tuttavia quello
interiore si rinnova di giorno in giorno. La nostra tribolazione,
momentanea e di lieve peso, procura a noi una quantità smisurata ed
eterna di gloria perché noi non miriamo alle cose visibili, ma alle
invisibili; ché le cose visibili sono effimere, le invisibili,
invece, eterne» (2 Cor. 14, 16-18).
Sublime, senza dubbio, e sempre attuale e necessaria per la Chiesa e
per il mondo, è la vostra vocazione. Voi siete in essa confermati e
confortati dalla promessa, perennemente vera, fatta dal divino
Maestro : «Una sola cosa è necessaria! Maria ha scelto la parte
migliore, che non le sarà tolta» (Luc. 10, 41).
Tuttavia anche voi, a somiglianza dei discepoli nell’orto degli
ulivi, esperimenterete non di rado l’amara verità delle parole di
Cristo: «Lo spirito, sì, è pronto, ma la carne è debole»
(Matth. 26, 41). Ma non vi perdete d’animo! Sia la vostra
vita sorretta da una fiducia piena e da una devozione ardentissima allo
Spirito di Cristo, spirito di fortezza e di pietà, anima del Corpo
mistico; e sia inoltre addolcita da una devozione filiale e sconfinata
a Maria, tempio dello Spirito Santo e perciò Madre di Dio e della
Chiesa, modello insuperabile di amorosa contemplazione e di ogni
cristiana virtù.
A Lei oggi, Madre della Chiesa, con particolare predilezione,
raccomandiamo ciascuno di voi e tutte le vostre religiose famiglie. In
Maria imitate soprattutto «la carità, con la quale Ella cooperò
alla nascita dei fedeli nella Chiesa» (Lumen Gentium, 53).
Contemplandola assiduamente, dilatate anche nelle anime vostre gli
spazi della carità, sentendovi uniti tutti e tutte alla Chiesa e
all’intera umanità affinché la vostra vita, apparentemente segregata
entro le sacre mura dei cenobi e dei monasteri, in verità si apra e
sia feconda di preghiere, di meriti, di soddisfazioni, di buoni
esempi a beneficio di tutto il Corpo mistico di Cristo e del mondo
intero.
Carissimi Figli e Figlie. Anche l’Anno Santo 1975 ha voluto
essere principalmente un atto solenne di carità, verso Dio e verso
gli uomini, come lo fu il Concilio Vaticano II. È l’amore di
Dio, infatti, la prima ed inesauribile sorgente di ogni spirituale
rinnovamento e di universale riconciliazione, poiché: «Omnia vincit
amor!». Dal trionfo, quindi, dell’amor di Dio noi attendiamo
anche il trionfo della vera pace tra tutti gli uomini di buona
volontà. Siate voi tra i primi a godere la beatitudine evangelica
proclamata da Cristo: «Beati i pacifici, perché saranno chiamati
figli di Dio» (Matth. 5, 9).
In prossimità del Santo Natale, con l’animo ricolmo di paterno
affetto, noi vi rivolgiamo l’augurio che: «La pace di Dio, che
eccede ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti
in Cristo Gesù» (Phil. 4. 7).
Recitiamo ora insieme la invocazione a Maria Santissima per rinnovare
a Lei la nostra filiale devozione, e per impetrare mediante la sua
intercessione da Cristo Gesù, suo Figlio e Fratello nostro, i
doni promessi delle sue grazie, necessarie per la nostra salvezza.
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