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Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio
Lunedì, 1° gennaio 1968
Ai cari figliuoli ed a quanti assistono al sacro Rito il saluto
dell’augusto Celebrante.
Esso è diretto, dapprima, al Signor Cardinale Vicario, che Sua
Santità si felicita di rivedere ristabilito dalla recente infermità.
Quindi il saluto va a tutti coloro che si occupano della eletta,
bella, complessa istituzione dell’Ospedale del Bambino Gesù.
Esso è al Papa molto caro, ed è oggetto di tanti suoi pensieri e di
tutti i suoi auguri.
Si aggiungono i voti per il nuovo anno ai presenti, incominciando da
chi è a capo della casa di cura: il Presidente della
Amministrazione. E il Papa è lieto di ricordare che il suo nome gli
conferma, da tanti anni, ricordi incancellabili, segnatamente il
veneratissimo grande Predecessore Pio XII, poiché il presidente
appartiene alla famiglia di quel Pontefice ed è il Principe Giulio
Pacelli. A lui la gratitudine più viva del Santo Padre per
l’opera, il tempo, le sollecitudini, il cuore che il Principe
dedica alla istituzione.
RICONOSCENTE SALUTO A BENEMERITI E
GENEROSI
Con lui Sua Santità vuole ringraziare tutti coloro che attendono al
buon andamento della Casa: gli amministratori, con gli impiegati e i
dipendenti; i medici, a cominciare dal direttore, e a quanti gli
fanno corona, cioè l’intero corpo sanitario, che ha la missione,
scientifica e professionale, di cure delicate, impegnative, gentili,
umane, appunto perché rivolte a bambini ammalati.
Con i medici vanno salutate le solerti infermiere; le Suore, così
brave, pazienti, affettuose, che applicano per i piccoli la ricchezza
di carità, che la vocazione religiosa pone nella loro anima. È
un’opera grande, anche se resta anonima: il Signore che vede in
abscondito, sa, conosce, ricorda e premierà.
Al Cappellano la speciale benedizione del Supremo Pastore:
inoltre, Egli vuole menzionare i genitori dei piccoli ricoverati, le
singole famiglie, e quanti altri all’odierno incontro natalizio stanno
assistendo almeno in spirito.
Infine il pensiero speciale del Papa è proprio per i bambini, per
ognuno di essi. Egli, se ne avesse il tempo, vorrebbe intrattenersi
con ciascuno dei degenti, per incoraggiare e conoscere; formulare i
migliori auspici di pronta e completa guarigione. Tutti i piccoli che
assistono alla Messa e coloro che sono rimasti in corsia devono sapere
che il Papa è venuto proprio per essi: li pensa sempre e ad essi
vuole aprire il suo cuore.
Eccoci dunque - prosegue Sua Santità - a spiegarvi il perché
della Nostra visita. Forse perché è il primo giorno dell’anno?
dirà qualcuno. Sì, certamente. Ma non è il solo motivo.
Esistono due altre ragioni.
La prima - e l’avevamo in mente da lungo tempo - è che vogliamo
onorare questa Casa. Intendiamo dimostrare a tutti che il Papa vuol
bene all’Ospedale del Bambino Gesù, e perciò quanti di esso si
occupano, sappiano di essere guardati, seguiti, sorretti
dall’interessamento e dalla gratitudine del Vicario di Gesù
Cristo.
FIORENTE SVILUPPO DELLA CASA DI CURA
Ci direte: Se è così perché solo adesso viene? In realtà da
molto Egli desiderava compiere la visita; ma tutti, anche i piccoli
sanno, che innumerevoli sono le occupazioni del Papa e non sempre
Egli è libero di scegliere il momento opportuno per tutte le cose.
Ora è in grado di dare una prova esplicita della sua benevolenza.
Di qui un’altra possibile, benché inespressa, domanda: perché il
Papa vuol bene all’Ospedale del Bambino Gesù? Pronta la
risposta: perché è una Casa benedetta ed amata, che a Lui
appartiene: è istituzione pontificia. E a chi chiedesse: stando
così le cose, come mai il Santo Padre non si fa maggiormente sentire
per le varie necessità ed i miglioramenti che i tempi sempre più
richiedono, la replica è semplice. Il Papa deve fronteggiare tante
necessità; e non sempre riesce a superare ostacoli non lievi. Lo sa
bene - aggiunge sorridendo - Monsignor Guerri, il Segretario
dell'Amministrazione della Santa Sede, qui presente.
Però la Provvidenza sempre soccorre. Vi sono moltissime ottime
persone che si occupano di questo Ospedale: e il Papa si fida di
esse, perché sa che la loro opera è fatta di intelligenza, sagacia e
ricerca delle vie migliori per dare soluzione equa e soddisfacente a
numerosi problemi. Tanto è vero che questo Istituto è fiorente.
C'è anzi un nuovo padiglione, che fra poco visiteremo: ciò
dimostra il suo crescente sviluppo.
A questo punto Sua Santità vuole ringraziare davanti al Signore e
davanti agli uomini i benefattori, a cominciare dai duchi Salviati, i
fondatori, per arrivare al compianto Cardinale Spellman, il quale,
sin dai tempi in cui svolgeva il suo lavoro nella Segreteria di
Stato, dimostrava viva premura e generosità, sempre poi continuata,
quando lasciò Roma, in ogni anno: a titolo di riconoscenza un
padiglione porta il suo illustre nome. Su tali luminosi esempi si
continua ad agire: in una parola, oggi il Papa è venuto ad augurare
sempre maggiore efficienza all'esemplare luogo di cura.
I PREDILETTI DEL SIGNORE E DEL SUO
VICARIO
Inoltre occorre riflettere alla missione specifica di questa Casa.
Qui si assistono e si curano i bambini malati. Ci si riferisce -
prosegue il Santo Padre - che in Roma essa è la più bella e
completa istituzione del genere; pertanto il Papa è lieto, felice
che essa porti il nome del Signore, del Bambino Gesù; e che
appartenga alla Santa Sede.
Vi potrebbe dunque essere un istituto più amato dal Papa? Qui Egli
sente, in maniera tutt'affatto speciale, il Padre di ognuna di
queste anime innocenti; e si considera - e lo vorrebbe nella maniera
più adeguata - come Gesù in mezzo ai fanciulli. Tutti conoscono la
mirabile pagina del Vangelo a proposito dei pargoli; e sembra al Papa
- ciò dice con viva emozione - che qualche cosa di simile si ripeta
nell'umiltà della sua persona e nella esiguità del suo ministero.
C’è anzi un elemento che rende ancor più sensibile questo stato
d’animo. Quando Gesù accoglieva intorno a Sé i fanciulli, si
trattava di piccoli e vivaci vostri coetanei nella pienezza della loro
salute: qui abbiamo dei bambini malati. Ciò vuol dire che l’affetto
dell’incontro di stamane si accresce e diventa profonda tenerezza.
Ecco, dunque, la prima ragione della visita. Tutti i diletti ospiti
sentano la paternità della Chiesa, rappresentata da quella del
Papa. Una paternità che predilige i piccoli, che tutti desidera
buoni, sani; che si curva sul vostro lettino ad assicurare che tutto
il possibile viene compiuto per aiutare ogni ospite ad acquisire energie
e volontà sì da essere bene avviato ad un’esistenza degna e
meritoria.
Dopo aver rinnovato i suoi auguri per coloro che si prodigano a
vantaggio dell’Ospedale dell’infanzia, oggetto di particolari
attenzioni nel cuore del Papa e quindi, senza dubbio, nel Cuore del
Divino Redentore, il Santo Padre passa a spiegare il secondo motivo
della sua presenza, nello speciale Rito e nella esortazione.
È ovvio che il Papa ha portato dei doni ai carissimi ospiti del
«Bambin Gesù»: ma, fatto inconsueto, Egli è soprattutto venuto
per chiedere un regalo: e cioè un’offerta di singolarissima natura.
Voi, diletti fanciulli, non di rado sentite più acuta la sofferenza
e piangete : e ciò è umano e naturale: però siete anche capaci di
pregare. Orbene, il Papa è venuto per chiedere l’offerta delle
vostre lacrime, cioè dei dolori ed angustie, e di questo stato di
cose che rende tristi degli esseri intelhgenti e vivaci. Sì, non vi
mancano cure e sollievi, ma sovente pensate: noi non siamo in casa
nostra, non siamo con gli altri ragazzi, ai giuochi, nella dolcezza
familiare. Siamo in un ospedale: e ciò senza dubbio rattrista il
cuore, toglie ogni sorriso, apre la vena al pianto. Ma c’è la
preghiera che conforta ed illumina. Adunque, il Papa domanda:
volete offrire una pena tanto grande e recitare qualche prece per Me?
Per le mie intenzioni, per quella soprattutto che mi sta tanto a
cuore: la pace?
DOVEROSO PENSIERO PER CHI SOFFRE
ANCORA DI PIÙ
Vedete - spiega Sua Santità - voi siete qui nell’angustia e tanto
degni d’essere commiserati ed assistiti. Ma sapete che vi sono molti
altri bambini ancora più infelici di voi: quelli colpiti dalla
guerra. Non pochi di essi sono privi dei genitori, senza alcuno che
dia, loro assistenza; mancanti di aiuti, rimasti abbandonati a se
stessi e forse anche feriti o in preda a gravi malattie! Dove accade
tutto ciò? In tante parti del mondo, purtroppo, ma specialmente in
una nazione che ora preme più d’ogni altra: il Vietnam. Oh, come
il Papa vorrebbe che le indicibili sofferenze di quel popolo fossero
cancellate e ne venissero annullate le cause: cioè i combattimenti,
la guerra!
Qui il grande motivo per cui il Papa è venuto a pregare con i
fanciulli ammalati; a pregare per la pace. Vi hanno detto che oggi in
tutto il mondo, in tutte le chiese si celebra la «Giornata della
Pace», cioè, anzitutto, si invoca a gran voce questo supremo dono
di Dio?
Pregherete anche voi? Farete dunque questo regalo al Papa? Potrò
essere sicuramente nel giusto quando dirò: i bambini del «Bambin
Gesù» offrono le loro pene, sofferenze e preghiere per la grande
causa della pace?
L'INNOCENZA PREPARA INVOCA AFFRETTA LA
PACE
Qualcuno, qui o altrove, potrebbe interloquire: ma si tratta di cose
di tanto valore e così preziose? La risposta è immediata,
esplicita: sono doni preziosissimi. Infatti, certamente il Signore
vi ama. Ora, se il cuore di un uomo, di una mamma sussulta quando
sente il proprio bambino piangere, non pensate che si commuova il
Cuore di Dio nel vedere voi, sue creature, afflitte, già ai primi
anni, dalle avversità, e che offrono a Lui le proprie sofferenze?
Il Signore dunque vi guarda con speciale tenerezza e bontà e gradisce
il dono dei vostri fioretti, dei vostri atti di bontà, della paziente
obbedienza. Quando un piccino piange, e con impeto invoca la mamma,
questa non corre immediatamente a soccorrere e a consolare? Ciò
conferma che la voce dei piccoli possiede una forza di attrazione e
commozione superiore a quella degli adulti. Se voi pregate, senza
dubbio il Signore vi ascolta. Gesù lo ha dichiarato nel suo
Vangelo, in modo chiaro e persuasivo. «Se tra voi - si legge in
San Luca - un figliuolo domanda del pane al padre, gli darà egli un
sasso? e se un pesce, gli darà forse invece del pesce un
serpente?». Sarebbe un orrore!
Noi sappiamo che il Signore ascolta, dunque, in maniera evidente,
le vostre preghiere, le accoglie: di certo esse hanno un immenso
valore, poiché riflettono - grande mistero, ma realtà consolante!
- la potenza del dolore innocente. Secondo il criterio umano, la
sofferenza di un bimbo si direbbe sciupata, inutile, anzi da
respingere, nell’ordine di cose che noi ci configuriamo. Eppure
basta riflettere che proprio per il dolore innocente noi siamo salvi.
Non era innocente Gesù? e non è stato il suo dolore, la sua
passione, la sua morte a redimere il mondo? Del pari, il dolore di
voi, ignari delle malizie umane, - conclude il Santo Padre - forse
anche meno cosciente di quanto potrebbe essere, è quello che più
vale. E pertanto, figliuoli, voi fate al Papa un dono
inestimabile, se promettete di offrire le vostre sofferenze e preghiere
per la pace nel mondo; per tanti bambini che soffrono e quanto voi e di
più; e inoltre per tutti questi uomini scatenati gli uni contro gli
altri, perché divengano, invece, fratelli, buoni, e siano davvero
condotti alla pace del Signore.
Vogliamo pregare insieme? Sì, tra brevi istanti eleveremo a Dio la
nostra supplica. In questa Santa Messa il Signore è con noi e il
Papa celebrante dirà con la voce stessa dei piccoli ospiti: Gesù,
Tu che sei l’Agnello, cioè l'innocente, che togli i peccati del
mondo, abbi pietà di noi!
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