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Sabato, 27 agosto 1966
EDIFICANTI ESEMPI
L'Augusto Pontefice intrattiene il devoto uditorio con affabile
conversazione, della quale diamo i principali punti, così come
abbiamo potuto annotarli.
Sua Santità ricorda, in primo luogo, i particolari vincoli di
ammirazione che legano la sua persona e quelle di alcuni suoi familiari
alla gloriosa istituzione bresciana, nata quattro secoli or sono dal
cuore apostolico di S. Angela Merici.
Il primo incontro, - ricorda Sua Santità - avvenne proprio a
Roma, in occasione di un viaggio che Egli compì, all’età di non
ancora dieci anni, nel 1907, con i genitori, i fratelli, la
nonna e una zia. In quella circostanza la Famiglia Montini fu
ricevuta in privata udienza da S. Pio X, al quale il venerato padre
del futuro Sommo Pontefice illustrò il programma delle celebrazioni
indette per il primo centenario della Canonizzazione di S. Angela
Merici, compiuta il 24 maggio 1807 da Pio VII.
Il Santo Padre rievoca altre non dimenticabili occasioni di
edificanti ricordi ed esprime la ammirazione per alcune nobili anime da
Lui incontrate nella Compagnia di S. Angela, che, con esempi
luminosi di virtù, di dedizione, di umile bontà, si prodigarono in
opere elette: il loro nome è rimasto impresso nel suo spirito e vivo
nella sua memoria.
Più oltre Sua Santità ama ricordare le figure e le opere delle
impareggiabili sorelle Elisabetta e Maddalena Girelli, alle quali si
deve il rifiorimento delle Compagnie di S. Orsola, in questo
secolo, specialmente a Brescia; e di Bianca Piccolomini,
restauratrice dell’Istituto a Siena.
Nella casa di Maddalena Girelli, inferma, il sacerdote Giovanni
Battista Montini, pochi giorni dopo la sacra Ordinazione, si recò
a celebrare una delle sue prime Messe, ed anche questo avvenimento è
collegato alle primizie del suo ministero sacerdotale. Edificante fu
l’impressione delle eccezionali virtù delle due sorelle; e senza
dubbio sono nel giusto coloro i quali ritengono che tali virtù possano
essere proposte alla Chiesa per una auspicata glorificazione delle due
degnissime Serve di Dio.
Altra gradita conferma dello spirito e del metodo delle brave Orsoline
fu la grande straordinaria Missione in Milano nel 1957, durante
la quale le Figlie di S. Angela Merici si prodigarono con intenso
fervore.
FEDELTÀ ALLE ORIGINI E CONSAPEVOLEZZA
DELL'ORA PRESENTE
Passando alla parte normativa della sua conversazione, l’Augusto
Pontefice sottolinea l’iniziativa del recente congresso per la
revisione delle Costituzioni. È una realtà che suscita grande
compiacimento, aumenta la stima, fa apprezzare gli sforzi compiuti per
rispondere agli inviti della Chiesa e alla stessa santa vocazione.
Il Santo Padre fa notare che, pur fondata da oltre quattro secoli,
la Compagnia, nella sua struttura e nel suo programma, per i metodi e
i risultati conseguiti, può ritenersi un’istituzione tra le più
moderne; ed essa è sempre attuale, collaudata dalla bontà delle sue
opere. Egli quindi si rallegra con le Consorelle presenti per i
sentimenti di aperta adesione all’apostolato: sentimenti che
rispecchiano le stesse origini dell’Istituto, e sono sempre
scolpite, ancor oggi, nei loro cuori.
Il recente Concilio, nel suo Decreto Perfectae caritatis sulle
anime in modo speciale consacrate al Divino Servizio - Decreto
sicuramente conosciuto e meditato dalle zelanti Figlie di S. Angela
- contiene una prima raccomandazione: di rimanere fedeli allo spirito
e anche alle norme originarie del singolo Istituto Religioso. È
legge di vita; si tratta di una logica, che non esclude o paralizza il
beninteso progresso e rinnovamento; anzi lo ispira, lo richiede, lo
suggerisce, lo conforta. Riflettendo a ciò che S. Angela ha
voluto fare nel suo tempo, per la società che la circondava, si
trovano preziosi suggerimenti anche per oggi. In una parola, il
persistere bene ancorati alle origini conserva le energie spirituali,
ne suscita altre ugualmente necessarie e indica la via a ulteriori
sicuri sviluppi.
CARATTERISTICHE D'UN APOSTOLATO DI
AMBIENTE
Altro argomento certamente molto approfondito è lo studio dello scopo
fondamentale dell’Istituto, cioè la santificazione, a cominciare da
quella personale, facendo ognuna tesoro di tutti i suggerimenti
spirituali, ascetici, che la Chiesa offre a chi presceglie una
speciale forma religiosa di vita per arrivare appunto alla perfezione.
Conseguenza di tale premessa è la santità di gruppo e, con essa, la
provvida attività per la santificazione degli altri. Il Sodalizio di
S. Angela venne ideato come un lancio - oggi si direbbe così -,
una spinta, un impegno verso il mondo circostante.
In quali forme? Le principali sono due. La prima è l’originalità
della Compagnia. Chi ne fa parte continua a vivere nella propria casa
e del proprio lavoro. Abbiamo, perciò, un istituto religioso
secolare che parve sorprendente anomalia nel secolo XVI. Ma San
Carlo, con il profondo suo intuito pastorale, conferisce per primo il
carisma della approvazione al Sodalizio; e ne abbiamo conferma in una
delle sue sapienti omelie, in cui il santo Arcivescovo pone in
evidenza le virtù, la vita esemplare, il singolare e benefico
apostolato delle «Angeline».
Inoltre, le Compagnie di S. Angela sono note per un apostolato con
la speciale caratteristica d’essere esercitato, si direbbe, in ordine
sparso. Ed è quanto oggi la Chiesa promuove ed incoraggia. Far del
bene nel proprio ambiente, santificare la famiglia, la scuola,
l’ufficio, il laboratorio; irradiare ovunque il Vangelo. Ogni
focolare domestico, ove una Figlia di S. Angela vive e svolge la
sua missione, può dirsi privilegiato e benedetto.
MAESTRE ASSISTENTI ZELATRICI NELLA
PARROCCHIA
Qual è, poi, il secondo punto d’impegno? Qui il Santo Padre si
rivolge anche ai Superiori delle Compagnie ed a quanti sacerdoti essi
rappresentano. Grande compito delle Figlie di S. Angela è la
parrocchia. Esse sono le ausiliarie del Parroco. Devono essere,
fra tutti, le più obbedienti, silenziose, devote, e anche le più
intelligenti per ben capire quali siano gli obiettivi da raggiungere e
in che modo arrivarci.
Ogni parrocchia moderna non può fare a meno del concorso di speciale e
ben diretta assistenza femminile. In antico, il Parroco, date le
solide condizioni delle famiglie, non necessitava di qualificati
aiuti, perché esse costituivano un centro di ottime tradizioni e la
salvaguardia attenta dei valori morali, specie nella gioventù.
Oggi non è più così. Oggi le giovani vanno alla fabbrica,
all’ufficio, ai diporti; hanno una libertà che bisogna non
reprimere, ma educare. Deve esserci, quindi, chi direttamente si
occupi di loro. Vi sono le Suore delle diverse Congregazioni. Il
loro compito è di prim’ordine; tuttavia esse non possono arrivare a
tutto. Occorre allora che la Parrocchia susciti, nel maggior numero
possibile, le sue maestre, le sue zelatrici, le sue assistenti:
anime capaci, in una parola, di coordinare l’apostolato femminile,
che il sacerdote, per evidenti ragioni, non può direttamente
esplicare.
PORTARE CRISTO E IL VANGELO NEL MONDO
CONTEMPORANEO
È un programma amplissimo. Le Compagnie di S. Angela intendono
vivere e prosperare? Prendano sempre più a cuore le attività
parrocchiali a vantaggio dell’infanzia, delle giovani, per diffondere
ovunque il vero concetto della comunità, la preghiera nuova,
l’istruzione religiosa, lo splendore del culto, l’ordine spirituale
e morale, che fa veramente della parrocchia il centro primo della vita
cristiana.
Ecco la grande speranza. Se tutte le parrocchie avessero i nuclei
della Merici, si potrebbe guardare all’avvenire con grande fiducia,
poiché le persone sono condotte ad agire, cor unum et anima una,
intorno all’altare e al padre spirituale che è il Parroco; sì da
ridare alla società di oggi quel senso di Cristo e quel ritorno fedele
alla Chiesa e alla Legge divina, tanto auspicato, e mèta precipua
del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Tutto ciò dà motivo - prosegue il Santo Padre - per ringraziare
coloro che si occupano della assistenza alle Compagnie di S.
Angela: i superiori, i direttori spirituali. Essi sanno del bene
fin qui compiuto e - sia detto a lode di queste anime privilegiate -
sanno quanto si può chiedere alla loro virtù, disposte, come sono,
alla preghiera, al sacrificio, alla santità. Come maestri di
spirito non dobbiamo trascurare questa zolla eletta del campo della
Chiesa. Ivi possono germogliare i fiori più ricchi, i frutti più
abbondanti; là si possono educare le anime che irradieranno, a loro
volta, il Nome di Cristo e l’insegnamento del Vangelo
nell’ambiente in cui vivono: saranno, cioè, veramente zelatrici e
collaboratrici, come quelle che le precedono.
Tutto ciò non lede o sminuisce gli antichi statuti e programmi. Al
contrario, li interpreta, li ringiovanisce; apre orizzonti nuovi e
non lontani, anzi prossimi. Da qui l’augurio più cordiale del Papa
alle Figlie di S. Angela. Sappiano esse infervorarsi ancor più ed
attrarre altre anime, che si consacrino, con identico ardore, a
Dio; che generosamente raccolgano la santa eredità e la esprimano
nelle forme che la Chiesa ora desidera, e che le necessità del nostro
tempo vengono indicando.
E la parola che troviamo a chiusura del Decreto Conciliare sul
rinnovamento della vita religiosa può essere in tutta pienezza riferita
alle Compagnie di S. Angela: Sappiate portare il buon odore di
Cristo nel mondo in cui vivete. Questo l’augurio del Vicario di
Gesù Cristo; l’oggetto della sua preghiera; come vuol essere
l’auspicio della Benedizione Apostolica, che Egli sta per
impartire.
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