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Festa dei SS.mi Apostoli Pietro e Paolo
Giovedì, 29 giugno 1968
Il saluto del Vicario di Gesù Cristo al mondo
FRANCESE
Chers Fils de langue française, En ce dix-neuvième centenaire du
Martyre des Saints Ap6tres Pierre et Paul, en ce jour où Nous
inaugurons solennellement l’Année de la Foi, Nous vous saluons
tous et vous bénissons avec affection, en vous exhortant à faire
pénétrer toujours plus profondément ce grand don de la foi
chrétienne dans toute votre vie, pour qu’il y produise des fruits de
paix et d’amour qui hâteront l’avènement d’une société plus juste
et plus fraternelle.
INGLESE
We address special greetings to English-speaking peoples of the
World, greetings of the great Apostles Peter and Paul, asking
their intercession that this Year of Faith be truly one of Christian
renewal and commitment.
TEDESCO
Einen besonderen Gruss richten Wir an alle Deutschsprechenden in der
weiten Welt, heute am Festtag der Apostelfürsten Petrus und
Paulus, indem Wir deren Fürbitte anrufen, auf dass dieses Jahr
des Glaubens in Wahrheit ein Jahr geistlicher Erneuerung in gelebtem
Christentum werde.
SPAGNUOLO
Amadísimos hijos de lengua española,
Al iniciarse el Año de la Fe, el Sucesor de Pedro os saluda y
bendice paternalmente en la esperanza de que, durante él, todos
sabréis acrecentar el rito patrimonio cristiano recibido haciendo que
vuestra fe - corno semilla fecunda - penetre más hondamente en el
surco de vuestras vidas, crezca cada dia más firme y florezca en
frutos de paz y de amor en el seno de una sociedad más justa y más
fraterna.
PORTOGHESE
Nesta soleníssima festa dos Santos Apótolos Pedro e Paulo,
dirigimos urna palavra de cordial saudação a todos os que falam
português, implorando sobre eles a intercessão destes dois grandes
Padroeiros da Igreja, para que o Ano de Fé que hoje princípia
seja um periodo de profunda renovação cristã e de intenso fervor
espiritual.
POLACCO
Drogie Dzieci Narodu Polskiego,
Na poczatku Roku Wiary, Nastepca Apostola Piotra pozdrawia was i
jak Ojciec blogoslawi ufny, ze podczas tego roku umocnicie skarb
wiary, aby - jak w minionym tysiacleciu - byla silna i niosla owoce
pokoju i braterstwa, budujac wciaz lepsza spolecznosc.
Ed eccone la traduzione:
Cari Figli della Nazione Polacca,
All’inizio dell’Anno della Fede, il Successore dell’Apostolo
Pietro vi saluta e come padre benedice sperando che durante questo anno
rafforzerete il tesoro della fede affinché - come nel millennio
passato - sia forte e porti il frutto della pace e della fratellanza
costruendo una società sempre migliore.
INDONESIANO
Pada hari ini, pembukaän tahun iman, kami sampaikan salam kepada
seluruh umat katolik dan seluruh bangsa Indonesia.
Ed eccone la traduzione:
In questo giorno, che inizia l’Anno della Fede, Noi rivolgiamo il
nostro saluto ai cattolici e a tutto l’intero popolo indonesiano.
GRECO (Traduzione in francese)
Je voudrais finir en adressant une salutation toute spéciale à la
Délégation du Patriarcat de Constantinople, en formulant la
prière que l’Année de la Foi nous permette de rassembler les
valeurs que nous possédons en commun et nous prépare à l’union
plénière voulue par le Christ Seigneur.
L’omelia del Pastore di tutte le anime
Fratelli e Figli, che assistete a questo rito, o che pur fisicamente
lontani siete spiritualmente presenti e, portata dalle onde
radiofoniche, ascoltate la Nostra voce, salute a voi! nei nomi santi
e gloriosi degli Apostoli Pietro e Paolo, salute!
E salute a voi, venerati Presuli rappresentanti della Chiesa
bizantina ortodossa, qua inviati dal grande Patriarca Atenagora,
affinché la sua illustre e sacra persona e con essa la sua vasta
comunità di credenti in Cristo, sparsa sulla terra, siano con noi
unite nel rendere onore alla memoria di quei comuni santissimi
Protettori; nel loro nome, salute!
E diremo salute ai Signori Diplomatici, che, facendo corona a
questo rito, Ci procurano il piacere e l’onore di sentire a Noi
vicine nello spirito le Nazioni, ch’Essi rappresentano. Diremo
salute al Signor Sindaco di Roma, che Ci porta l’adesione
storicamente e moralmente fedele dell’Urbe; diremo salute al
Presidente della Provincia Romana; salute al cospicuo gruppo della
Confederazione Italiana dei Sindacati dei Lavoratori, e con loro
alle molte associazioni cattoliche, e alle moltissime comitive di
pellegrini e di visitatori, venuti al seguito dei nuovi Cardinali:
a questi specialmente, con i quali stiamo concelebrando la santa
Liturgia, diciamo, davanti a questa folla di fedeli, che Ci offre
il segno di tutta la Chiesa, diciamo salute, con la pienezza di
sentimenti che l’importanza del momento mette nel Nostro animo; e
salute all’intero Sacro Collegio, a cui voi, nuovi degnissimi
membri, siete stati associati per formare insieme il Nostro
«Presbyterium» dell’orbe, della Chiesa cattolica intera cioè,
voi Cardinali; mentre il Collegio dei Parroci di Roma Ci
circonda, quasi Nostro «Presbyterium» dell’Urbe; a tutti
salute; ai Vescovi, al Clero, agli Alunni dei Seminari, ai
Religiosi e alle Religiose, al Laicato cattolico, a ciascun
fedele, ad ogni ospite presente, a tutti: salute!
Noi vi dobbiamo questo grido del cuore, perché molto vi siamo grati
di volerCi assistere nella celebrazione che stiamo compiendo, e
perché molto Ci preme che sia da’ voi condivisa l’intenzione, a voi
già nota, che caratterizza questo rito singolare. È un’intenzione
ricca di significati; e Noi ora ne restringiamo l’esposizione ad una
semplice notizia. Essa suona messaggio a voi, alla Chiesa intera.
Questa è per noi una solenne rievocazione; la memoria riprende in noi
coscienza e chiarezza; essa ci ricorda la morte tragica e gloriosa di
questi due pellegrini, venuti dalla terra di Gesù, e diventati,
mediante la loro predicazione, il loro ministero, ed il loro
martirio, fondatori di Roma cattolica. Si chiamavano Pietro e
Paolo. Entrambi, in diverso modo, furono discepoli dapprima del
Messia, Figlio di Dio e Figlio di Maria, Gesù, il Maestro e
il Salvatore del mondo; poi suoi apostoli; coloro che hanno
annunciato il Vangelo di Cristo, e hanno saputo in esso scoprire,
per opera dello Spirito Santo, la novità liberatrice dall’antica
concezione particolaristica della vera religione, ed hanno rivelato
all’umanità il carattere unitario e universale del cristianesimo, il
suo genio rinnovatore delle coscienze e delle forme della vita umana,
la sua speranza escatologica. Essi, fondati sull’insegnamento di
Gesù e sempre edotti dal suo Spirito, hanno basato il nuovo sistema
religioso-sociale, che da tale concezione scaturiva e che si chiamò
la Chiesa, sopra un principio originario e generatore dei rapporti
vitali e salvifici fra Dio e l’uomo, la fede, l’accettazione cioè
della Parola rivelatrice di Dio, quale in Cristo, Lui stesso
Verbo eterno di Dio fatto uomo, trovò compimento e quale essi, gli
Apostoli, dovevano promulgare e, mediante il magistero da loro
proveniente, dovevano insegnare, interpretare, difendere e
diffondere, Il Concilio ecumenico, testé celebrato, ricordò
queste cose (cf. Cost. «Dei Verbum», 7), e ci ha esortato a
risalire a queste sorgenti della Chiesa e a riconoscere nella fede il
suo principio costitutivo, la condizione prima d’ogni suo incremento,
la base della sua sicurezza interiore e la forza della sua esteriore
vitalità.
Pietro e Paolo sono stati i primi maestri della fede, e con le
fatiche e le sofferenze del loro apostolato vi hanno dato la sua prima
espansione, la sua prima formulazione, la sua prima autenticità; ed
affinché non restasse dubbio sulla certezza del loro nuovo,
meraviglioso, e duro insegnamento, sull’esempio del Maestro e con
Lui sicuri d’una finale vittoria, hanno sigillato col sangue la loro
testimonianza.
Questa essi diedero, con eroica semplicità, per la nostra certezza,
per la nostra unità, per la nostra pace, per la nostra salvezza. E
per quella di tutti i Fratelli, seguaci di Cristo; anzi per tutta
l’umanità.
Perciò, Figli e Fratelli carissimi, noi ricordiamo. noi
celebriamo questa nascita della Chiesa nella parola e nel sangue degli
Apostoli mediante un esplicito, convinto e cordiale atto di fede. Un
anno intero questo pensiero e questo proposito riempirà i nostri
animi. Sarà l’Anno della Fede. L’anno Post-conciliare, nel
quale la Chiesa ripensa la sua ragion d’essere, ritrova la sua nativa
energia, ricompone in ordinata dottrina il contenuto ed il senso della
Parola vivificante della rivelazione, si presenta in attitudine di
umile e amorosa certezza ai Fratelli ancora distinti dalla nostra
comunione, e si prodiga per il mondo odierno qual è, pieno di
grandezza e di ricchezza, e bisognoso fino al pianto dell’annuncio
consolatore della Fede. Sì, Noi siamo convinti che questa nostra
attestazione religiosa, questa nostra fede, concorre e vuole
concorrere al benessere, alla fratellanza, alla pace di tutto il
mondo, e sapete quanto il superamento giusto d’ogni presente conflitto
sia nel Nostro cuore e in quello di tutta la Chiesa.
Figli e Fratelli carissimi, ascoltate la Nostra voce; non è la
Nostra, è quella dell’ultima umile successore di Pietro; la sua
ascoltate; anzi quella sola che nell’Apostolo e nel magistero della
Chiesa risuona, quella di Cristo.
Ricordate ciò ch’Egli disse: «Chiunque ascolta le mie parole e le
mette in pratica sarà paragonato all’uomo saggio, che si è costruita
la casa sulla pietra . . .» (Matth. 7, 24). E aggiunse
Gesti: «Simone, figlio di Giona . . ., tu sei Pietro e su
questa pietra Io edificherò la mia Chiesa» (Matth. 16,
18).
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