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Solennità dell'Assunta
Giovedì, 15 agosto 1963
Il Santo Padre dichiara anzitutto di aver voluto concedere, a Se
stesso e ai dilettissimi figli presenti, l’incontro, per salutarli
come comunità aderente alla parrocchia, società religiosa e
spirituale che fa capo alla chiesa di Castel Gandolfo. Anzitutto,
quindi, intende rivolgere il saluto a colui che a tale chiesa
presiede, il Signor Parroco, ringraziarlo delle cure pastorali che
egli ha per le anime a lui affidate, incoraggiare il suo santo
ministero.
PATERNO SALUTO AL CLERO, ALLE AUTORITÀ
CIVILI , AL POPOLO
Del pari Sua Santità vuole salutare quanti appartengono alla
medesima collettività parrocchiale. Essi, infatti, appartengono ad
una assemblea comune sì, ma tanto bella e significativa, il cui
onorevole, alto patrimonio è la medesima fede e preghiera, sono gli
stessi Sacramenti: il che è quanto dire la vita del Cristo.
Notando, poi, come l’intera parrocchia di Castel Gandolfo sia
smaltata di tante e fiorenti comunità religiose, a queste un saluto ed
una benedizione speciali. Inoltre l’Augusto Pontefice vuole
benedire ed incoraggiare coloro che sono i più stretti collaboratori
alla vita parrocchiale: gli iscritti alle associazioni, alle opere,
alle attività religiose, i quali rendono l’intera parrocchia una
famiglia di efficace preghiera e di fervore cristiano.
E come non rivolgere, in quella sede, in quel momento, un cordiale
pensiero alle Autorità Civili? Il Santo Padre le ringrazia della
loro deferente accoglienza e della cornice di ordine, di rispetto, con
cui circondano la sua dimora e il suo soggiorno.
Altro paterno speciale ricordo e saluto il Santo Padre rivolge a chi
amministra e presiede le Ville Pontificie ed a quanti ne sono i
collaboratori e i dipendenti: a tutti va l’espressione di singolare
riconoscenza, di incoraggiamento, ed una benedizione diretta appunto a
coloro che più direttamente lavorano, e con nobile titolo, per il
felice andamento dei vari servizi della dimora estiva papale di Castel
Gandolfo.
C’è, infine, tutto un folto complesso di villeggianti, cioè di
ospiti occasionali o intermittenti, nella presente stagione affluiti a
Castel Gandolfo. Pure ad essi il saluto del Padre e l’invito a
compenetrarsi sempre più dei peculiari obblighi derivanti dal
soggiornare là dove anche il Papa trascorre le sue cosiddette
vacanze. Vogliano essi sintonizzare la loro vita e i loro sentimenti
con tale unica congiuntura. In una parola: tutti possono agevolmente
intuire non esservi nulla di più gradito al Santo Padre che di
vedersi circondato da una popolazione esemplare, sinceramente
cattolica, la quale non si appaga di guardare al Papa con curiosità e
di acclamarlo, ma intende condividerne i sentimenti, raccogliere le
sue intenzioni, dimostrare concretamente come si possa essere figliuoli
devoti e fedeli.
Al saluto ed alla benedizione si aggiunge la promessa del Santo Padre
di costanti preghiere per ognuno e per tutti insieme.
INSEGNAMENTI PERENNI DEL TRIONFO DI
MARIA
Ed ecco il pensiero saliente, da cui è scaturito l’odierno incontro
spirituale. Esso concerne la festa oggi celebrata, una delle più
insigni e care del nostro anno liturgico: la festa della gloria di
Maria, dell’Assunzione della Madonna in Cielo.
Orbene, la solennità dell’Assunta può definirsi l’epilogo della
storia di Maria Santissima. È infatti il coronamento di tutta la sua
vita mortale e della missione che la Madonna ha avuto, da Cristo,
per compiere il mandato, il disegno divino a Lei assegnato sulla
terra. Pertanto questa data proporrebbe una meditazione riassuntiva su
tutti i misteri concernenti la Vergine Santa, sull’intera eletta
biografia terrena di Lei, con tutto il tesoro di grazie, di
privilegi, di culto, che si concentra nella sua persona benedetta e
singolarissima. Vien fatto, appunto, di chiedere, in sintesi: chi
è Maria? quale fu il compito suo nel mondo? che cosa il Signore ha
voluto da Lei? E inoltre: quali imprese ha Maria espletate per
essere quella che è: la benedetta tra tutte le donne; ed essere,
nella nostra umanità, la figlia più eletta, la più bella, la più
gentile, la più privilegiata; e, doni largitile dal Signore,
essere così vicina a noi e rivelarsi la sorella, la madre, la
rappresentante più reale ed autentica della nostra umanità presso
Cristo e presso Dio?
ARMONIE SUBLIMI E PERFETTE NELLA MADRE
DI DIO
Ci sarebbe da ammirare, da questa sommità, il panorama completo
della dottrina cattolica sulla Madonna. Sarà sufficiente,
nondimeno, un solo punto: studiare cioè come i misteri della vita
temporale di Maria abbiano relazione con la sua vita di beatitudine
celeste, con questo altro grande mistero, unico, della sua
assunzione, che anticipa, alla resurrezione e all’associazione a
Cristo e alla gloria eterna del Paradiso, non solo la sua anima
benedetta ma anche la sua carne immacolata e vergine, che ha avuto il
privilegio di dare natura umana al Figlio di Dio e di farne un figlio
dell’uomo.
Che relazione possiamo stabilire tra questi misteri della vita
temporale della Madonna e la sua gloria? Anche qui la nostra
riflessione potrebbe distendersi in lunghe considerazioni; e vedremmo
la convenienza, anzi la realtà luminosa per cui Maria - che era
immacolata; non aveva cioè in alcun modo esperimentato la tragedia che
passa invece su ogni vita umana: il peccato originale - non ha
interrotto mai i suoi rapporti con la sorgente della vita che è Dio;
e non avendoli interrotti mai appunto per la prerogativa della sua
immacolata concezione, esente, come era, da ogni peccato, da ogni
infrazione alla vita, la vita eterna le era dovuta subito, in maniera
completa.
Parimente va detto della Maternità della Madonna. Avendo Ella
infatti dato la vita a Cristo, e Cristo essendo risorto e tornato al
Cielo, era evidente, e, si direbbe, logica di cose, per l’amore
espresso dal Figlio a tanta Madre, per quella connessione appunto di
misteri che uniscono Maria a Gesù, che Ella fosse subito associata
in anima e corpo, alla divina gloria eterna, al trionfo del
Paradiso.
Si tratta di grandi misteri, che richiamano attento, ineffabile,
studio. Immediatamente è dato rilevare come il tessuto teologico
della dottrina sulla Madonna è solidamente fondato non sulla
devozione, sulla fantasia anche buona e pur legittima dei suoi cultori
e dei suoi devoti, ma possiede incrollabile fondamento nella realtà
storica, nella rivelazione biblica, che fa di Maria la creatura
incomparabile: Madre di Dio e Madre nostra.
E quindi innumerevoli sarebbero le deduzioni derivanti per noi
segnatamente circa i rapporti che noi dobbiamo avere con la Madonna,
il culto, la devozione, per Lei. Basterà tuttavia cogliere uno
spunto, che è certezza consolantissima, poiché ci presenta il
prototipo di vera e propria vita religiosa e cristiana. Sorge infatti
naturale, per noi, il desiderio di formulare un accostamento in
Maria, tra il suo periodo nel tempo quaggiù e il suo splendore
nell’eternità. Noteremo che si tratta di un rapporto di estrema
coerenza. Perché la Madonna è stata assunta in Cielo? Ma è
stato detto poc’anzi: perché innocente; perché Madre di Dio;
perché ha sofferto con Cristo; ed è, quindi, la Madre della
Chiesa. Non fu il primo saluto dettole dall’Angelo «gratia
piena»; e, poco dopo, quello di Elisabetta «benedicta tu inter
mulieres»? A così eccelsa persona non poteva dunque mancare quella
vividissima gloria. Chi ha avuto una somma tale di grazie come quelle
di Maria e ha dato una risposta perfetta, sovrumana, alla vocazione
di Dio, mediante offerta ineguagliabile e virtù sublimi, ben
meritava d’essere proclamata Regina degli Angeli e dei Santi.
RISPOSTA SOVRUMANA AD INCLITA
VOCAZIONE
Tutto ciò dice a noi - ed ecco l’insegnamento pratico - un grande
dovere: quello di pensare di più al rapporto tra la nostra vita
presente e quella futura.
Ci pensiamo? - chiede a tutti il Santo Padre.
O non siamo, invece, anche noi immersi nelle realtà temporali, che
ci fanno indugiare su queste, mentre ben altre considerazioni ci
attendono, che le stesse realtà temporali dovrebbero pur suggerire?
Il dovere, cioè, di passare in mezzo al mondo, guardando alla
mèta, al fine ultimo, tenendo presente la stazione a cui siamo
diretti; lo scopo della nostra vita mortale, la quale altro non è se
non esperimento - lo sappiamo - prova, vigilia, preparazione alla
vita eterna. Ci pensiamo? O non restiamo troppo spesso dimentichi di
questo nostro superiore destino, arrivando financo ad omettere di
tracciare un rapporto fra i giorni presenti e la vita futura?
Dobbiamo, invece, ricercare sempre, assiduamente, cioè che rende
il pellegrinaggio nel tempo degno d’essere coronato dal gaudio
indefettibile: e troveremo che sarà il buon comportamento, la
rispondenza ai voleri di Dio, la purezza, e quel modo splendente di
agire, quello stile armonioso, in cui appunto consiste la vita
cristiana.
SALDA FIDUCIA DI CRISTIANI E DI FIGLI
Ed ecco che allora la Madonna ci appare, oggi come non mai, con la
sua luce dall’alto, Maestra di vita cristiana. Ci dice: vivete
bene anche voi; e sappiate che lo stesso destino a me anticipato,
nell’ora in cui il mio cammino temporale si è chiuso, lo sarà, a
suo tempo, per voi. Il grande articolo della nostra fede, testé
cantato nel Credo . . . «et vitam venturi saeculi . . .»,
cioè la vita eterna, è pure il nostro traguardo definitivo. Ci
dobbiamo pensare, tanto più essendo come sommersi nelle cure della
esistenza terrena, resa, dal progresso moderno, in vari modi
affascinante ed obbligante.
Procuriamo di avere l’anima molto, molto al di sopra di questa scena
temporale, di maniera che, pur compiendovi bene tutti i doveri e
traendone tutte le fortune che il Signore anche nel piano delle
situazioni terrene ha inserito, possiamo avere costantemente lo spirito
libero, capace di raggiungere il suo vero fine. Così, l’intera
nostra attività si trasforma in preghiera, anelito di grazia,
desiderio, attesa di Dio.
Oggi questa nostra invocazione ed aspirazione alla vita eterna sembra
prendere le ali ad attingere vette mirabili, nel pensare che nostra
Madre, la Madre celeste, è lassù; ci vede e ci attende con il suo
sguardo tenerissimo: «. . . illos tuos misericordes oculos ad nos
converte». Proprio gli occhi suoi dolcissimi. ci contemplano
amorevolmente, con materno affetto ci incoraggiano. Infondono una
fiducia, che veramente deve essere e sarà di cristiani e di figli.
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