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15 agosto 1975
Il giorno 1° novembre 1950, festa di tutti i Santi, durante
l'Anno Santo, che allora si stava celebrando, sulla Piazza
antistante questa Basilica di San Pietro, assistenti i Cardinali
presenti a Roma con alcune centinaia di Vescovi provenienti
dall'Italia e da varie parti del mondo, insieme al Clero e al
Popolo dell'Urbe, circondato da numerosi Capi di Stato e da
autorevoli Rappresentanti di diversi Paesi del mondo, davanti ad
un'assemblea innumerevole di Fedeli pellegrini provenienti da tutta la
terra, il nostro venerato Predecessore il Servo di Dio Papa Pio
XII proclamava essere dogma di fede il fatto, il mistero, della
Assunzione corporea in cielo della Beata Vergine Maria, Madre di
Cristo, Madre del Verbo di Dio incarnato e quindi Madre di Dio,
e per noi Madre della Chiesa, Madre nostra e Madre, come novella
Eva, di tutta l'umanità in ordine alla sua salvezza. Noi
celebrando oggi la festa dell'Assunzione ripensiamo a quel solenne
avvenimento per farne nostri i sentimenti ed i propositi, e giova a
questo intento l'opportunità dell'odierna liturgia.
Questa Liturgia doveva aver luogo nella Basilica veneratissima e a
noi carissima di Santa Maria Maggiore, monumento unico e magnifico
per l'ideale mariano, ch'esso cristallizza in immagini
d'incomparabile pregio, per la pietà, per la storia, per l'arte;
ma ragioni di spazio hanno consigliato di trasferire in questa più
ampia Basilica di San Pietro questo rito solenne per renderlo
accessibile a un maggior numero di Fedeli e di Pellegrini, e per
onorare qui, dove più intensa è la loro affluenza alle sacre
cerimonie del Giubileo, la sacra e benedetta immagine della Madonna,
riconosciuta salus Populi Romani, immagine qua appunto accompagnata
nel suo momentaneo trasferimento dal Signor Cardinale Carlo
Confalonieri, degnissimo Arciprete della Patriarcale Basilica
Liberiana, insieme con il venerato Capitolo della Basilica stessa.
Siamo così lieti, non senza il valore simbolico e teologico
dell'accoglienza di Maria nella casa di Pietro, di vedere qui
riunito anche il Capitolo di San Pietro, con il suo egualmente degno
Arciprete, il Cardinale Paolo Marella, che ha sempre accolto le
nostre cerimonie dell'Anno Santo con grande e religiosa cortesia, e
con tanta parte del Clero Romano, delle Famiglie Religiose, delle
Delegazioni dei Santuari Mariani; e siamo parimente lieti di saperci
circondati da molti Fedeli di Roma e da Pellegrini, di varia
provenienza, così che questa celebrazione assuma un carattere
rappresentativo e solenne, ed in unione di spirito con la Chiesa
sparsa su tutta la terra sia reso a Maria Santissima un omaggio
d'ammirazione e di fiducia, quale migliore non possa esserle tributato
dall'umanità credente in occasione di questa sua festività.
Preferiremmo forse noi tutti di celebrarla in un assorto silenzio
interiore questa straordinaria apoteosi della Madonna, piuttosto che
enunciarla in concetti ed in parole, che subito si rivelano inferiori a
esprimere un mistero superiore ad ogni nostra esperienza, che non vuole
d'altronde essere malamente presentato da pura enfasi verbale. Ci
conforta tuttavia a dire ora qualche breve parola sull'Assunzione di
Maria il fatto che la sua recente definizione dottrinale fortifica di
certezza la nostra fede, la nostra devozione, e autorizza perciò a
studiare con fiducia gli aspetti molteplici e profondi di questa
proclamata verità religiosa. Semplifichiamo perciò la nostra
riflessione riducendola, come in un dittico, a due tavole, cioè a
due aspetti distinti, se pure fra sé collegati: l'aspetto personale
della Assunzione della Vergine, e l'aspetto umano, universale, sul
quale la figura diventata celeste di Maria proietta la sua luce beata.
Quanto al primo aspetto ci sorprende subito il carattere di
privilegio: Maria è la sola creatura umana, dopo il Signore suo
Figlio Gesù, entrata in Paradiso, anima e corpo, all'epilogo
della sua vita terrena. Questa sua eccezionale fortuna ci obbliga ad
una fondamentale meditazione teologica, che dovrà sempre alimentare ed
arricchire la nostra devozione alla Madonna, e cioè alla sua
particolarissima relazione con Cristo, relazione che ha comportato una
catena gloriosa di grazie singolarissime conferite all'umilissima
ancella del Signore (Cfr. Luc. 1, 38; 1, 43), grazie
disposte a scala ascendente, vogliamo dire dimostrative
d'un'intenzione divina intenta a modellare in Maria il «tipo»
d'un'umanità nuova predestinata ad una trascendente salvezza (Cfr.
Lumen Gentium, VIII), a cominciare dalle due miracolose
concezioni, di cui Maria è variamente protagonista: la immacolata
concezione di Lei, che già la distingue in tutto il genere umano che
nasce triste erede della colpa di Adamo, dalla quale Maria è
miracolosamente preservata; e la misteriosa e verginale concezione di
Cristo nel seno di Maria, per opera dello Spirito Santo (Luc.
1, 35); e se il peccato è causa della morte (Rom. 5,
13), da cui l'uomo nella primigenia idea di Dio doveva essere
esente, ecco l'innocenza, ristabilita nella benedetta fra tutte le
donne, costituire un primo titolo all'immortalità anche fisica della
Madonna.
Poi il grande mistero dell'Incarnazione, cioè della maternità
ineffabile e umana per cui Maria diventa Madre di Gesù Cristo,
ch'è Dio, e così a Lui connaturata da essere definita «figlia del
suo Figlio» (Dante); nuovo, sommo titolo questo che tanto
inserisce Maria nel piano della Redenzione, che noi La ritroveremo
al Calvario (Cfr. Luc. 2, 35; Io. 19, 26-27), e
poi nel Cenacolo il giorno della Pentecoste. Non per nulla Maria,
illuminata da Spirito profetico, nel canto del Magnificat, previde e
proclamò: «beata mi diranno tutte le generazioni» (Luc. 1,
48). E al suo presagio risponde la Chiesa con i suoi Santi, con
i suoi Pastori e Dottori, con il coro dei credenti, tutti cercando
in quel misterioso stato di pienezza, di beatitudine e di gloria, che
chiamiamo cielo, la Regina del cielo. Questo è il primo quadro
della nostra contemplazione di Maria santissima assunta col suo
virgineo corpo e con la sua purissima anima, accanto a Cristo nel
regno eterno di Lui: la realtà, la certezza dell'apoteosi vitale e
soprannaturale della perfetta ed integra sua umanità.
Il secondo quadro? Oh! Questo è vasto quanto il mondo. Cioè
vediamo il mondo sul quale si proietta il mistero dell'Assunzione. È
la luce di Cristo che dalla sfera escatologica ci parla della vita
futura, quella che attende pure noi dopo la morte. Ma quando? Ma
come? Non si affonda nell'ignoto l'anima nostra immortale, dopo il
distacco dal corpo; e non si dissolve in cenere questa parte essenziale
della nostra vita? Non è un castigo definitivo la morte? Non è
essa disperatamente vittoriosa sul nostro corpo, cioè su quello
strumento indispensabile, componente della nostra umanità,
nell'ambito del cui servizio si svolge la nostra temporale esistenza?
La quale, man mano che l'uomo progredisce, ci si dimostra così
ricca, anche se fugace, così bella, anche se afflitta da tante
miserie, così felice, anche se tormentata dal dolore e sempre
minacciata dalla sua fine. Negli uomini privi della nostra fede essa
genera purtroppo l'inconsolabile illusione che l'esistenza corporale
sia tutto per loro, condannati come sono a saziarsi d'una concezione
materialista della vita presente, resa essa stessa tanto più amara e
tanto più priva di senso, quanto più sazia d'un'effimera e perciò
atroce esperienza di beni caduchi; mentre da tale esperienza dovrebbe
essere stimolata al possesso di beni eterni: la verità, la
perfezione, l'amore, la vita!
Una voce, a noi pare oggi di udirla nelle profondità del nostro
cuore, risuona dal messaggio della rivelazione: «Dov'è, o morte,
la tua vittoria?» (Cor. 15, 55). È la tromba della
risurrezione: «Ecco io vi dico un mistero - è l'Apostolo che
parla così -: noi risorgeremo veramente tutti!» (1 Cor. 15,
51). Ma quando? Ma come? L'eco di queste grida ripetute non si
perde nel vuoto. L'agile, trionfale, santissima figura di Maria
viva, risorta ci appare, nello splendore della sua Assunzione; Ella
è l'anticipata primizia della nostra futura risurrezione, speranza e
garanzia del nostro vero e reale destino. La luce è così virginea,
dolce e candida, così profumata di materna bontà, così penetrante
nella nostra scena temporale ed umana, da accrescere il grado stesso di
valore della vita presente, ricomposta nell'ordine che si risolve nel
gaudio promesso della vita eterna, ma fin d'ora per noi felice d'un
dono che proprio Maria assunta ci offre, dalle mani di Cristo: il
dono della speranza. O Maria, nostra speranza, salve!
Chers Fils et chères Filles de langue française,
Avec Nous, réjouissez-vous; regardez Marie, célébrez-la,
tette humble femme bénie entre toutes les femmes, dont la foi n'a
jamais faibli et qui a mérité d'être aujourd'hui si près du
Christ, dans la lumière de sa Résurrection. Voilà le salut
auquel nous appelle notre Dieu, le salut que le peuple romain vénère
en elle, que toute l'Eglise célèbre en elle. Par elle, nous
demandons le secours de Dieu; avec elle, nous espérons; en elle,
nous rendons grâces à Dieu.
On thi solemnity of the Assumption of Mary we proclaim the praises of
the Lord. «Death is swallowed up in victory». We render thanks to
God who has given us victory through Jesus Christ-and this victory
is communicated to Mary and to the entire Church. Rejoice and be
glad, People of God.
Vor dem gnadenbild der Gottesmutter »Salus Populi Romani«
grüßer Wir an ihrem heutigen Festtag auch alle anwesenden
deutschsprachigen Pilger. Maria, in den Himmel aufgenommen, ist
der sichere Zufluchtsort und die Vermittlerin des Heiles für alle
Völker. Durch sie nämlich gelangen wir sicher zu Christus, in dem
allein uns allen die einstige Aufnahme in seine himmlische
Herrlichkeit verheissen ist. Dazu verhelfe euch auch Unser
Apostolischer Segen.
Amadísimos peregrinos de lengua española: 0s agradecemos vuestra
presencia aquí, en torno a la mesa eucarística, con el Sucesor de
Pedro. En comunión de fe y de amor tributamos hoy, Fiesta de la
Asunción de María, un filial homenaje de devoción a la venerada
como «Salus Populi Romani». Renovemos con Ella nuestra adhesión
confiada a Cristo y vivamos con religioso entusiasmo nuestra
pertenencia al Pueblo de salvación. Con nuestra Bendición
Apostólica.
Desta Eucaristia, sob o olhar da Salus Populi Romani», o nosso
pensamento, iluminado pela esperanca, vai para o Céu, ao
celebrarmos, na fé, o mistério da Assunção de Maria. E no amor
de Deus, que n'Ela e por Ela operou maravilhas, o nosso coracáo
há-de inundar-se de amor filial e fraternal. Pela Mãe da
Igreja, a todos, graça, paz e alegria!
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