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Domenica, 15 agosto 1976
Il Papa rivolge anzitutto un saluto augurale al Vescovo di Albano e
al suo Ausiliare, al parroco di Castelgandolfo, ai sacerdoti, ai
religiosi e alle religiose ospiti della comunità, al sindaco e ai suoi
collaboratori, a tutte le famiglie. Quindi richiama l’attenzione dei
presenti sull’opportunità di trarre sempre vivi e operanti pensieri
dalla celebrazione della solennità di Maria Assunta, cercando di
realizzare un vero rinnovamento della devozione alla Madonna,
restituendo freschezza, calore, spiritualità al pensiero di Lei,
che è abituale per la comunità cristiana, ma non deve diventare
consuetudinario, cioè privo di vibrante fervore e di implicazioni
morali sulla condotta di vita.
Paolo VI mette in luce anzitutto l’unicità di Maria, Madre di
Dio, Immacolata Concezione, accompagnatrice di Cristo sul
Calvario, sofferente accanto a Lui, chiamata a presiedere alla
Chiesa nascente, cioè all’umanità del Corpo Mistico di Cristo.
«Non avremo mai terminato di meravigliarci - dice il Papa - davanti
a Maria, se abbiamo capito qualche cosa dei destini particolari che
dal Cielo sono piovuti su questa creatura umana. È stata veramente
scelta da Dio. Dio ha rifatto in Lei l’immagine che si è guastata
con Eva in tutta l’umanità, che è ancora guasta e imperfetta. Noi
siamo creature imperfette, non siamo creature quali il Signore avrebbe
voluto che fossimo . . . Siamo superstiti di un naufragio, mentre
l’unica che fu esente da questo, e che quindi verifica in se stessa
una bellezza divina, come Dio l’ha concepita, come Dio l’ha
voluta, è Maria». La Madonna ha avuto coscienza della
eccezionalità dei favori che Dio ha riversato su di lei; ha sentito
la presenza di Dio nella sua anima. Maria è il tabernacolo della
presenza di Dio, è una creatura che porta in sé lo Spirito Santo.
E per questa singolarità raggiunge il vertice della bellezza, non
solo spirituale, ma anche umana. Maria è la più bella, la più
perfetta, irraggia da sé pensieri buoni, puri, grandi, forti,
eroici, pieni di umanità, perché sono anche pieni di divinità.
Ma la Madonna, oltre a quella della sua grandezza, ebbe
simultaneamente coscienza della sua umiltà, di quel che è una
creatura davanti a Dio. È questo che rende Maria così vicina a
noi. È nostra, è sorella, è madre proprio per questa sua
intenzionale umiltà. «Sente che davanti a Dio - dice il Papa -
noi non siamo che esseri minimi, microscopici, perché le misure di
Dio sono l’infinito e nessuno può gareggiare con Dio stesso. Ed
ecco allora che la grandezza della Madonna non ci allontana, non ci
dà un senso di estraneità».
Ecco perciò che nella devozione alla Madonna si accomunano due
atteggiamenti: di ammirazione e di confidenza. Di ammirazione senza
confini, di contemplazione, di estasi gioiosa, di espansione felice
dell’anima di fronte a questo «capolavoro uscito dalle mani di
Dio». Di confidenza, di familiarità, perché la Madonna ha
voluto considerarsi creatura, ha voluto l’ultimo posto, ha vissuto in
umiltà, in semplicità. Se la Madonna è umile, è segno che per
noi è accessibile. Possiamo parlarle col nostro linguaggio, con i
nostri sentimenti; ci conosce come una madre; è stata donna anche
lei, ha camminato per le vie di questo mondo, ha sentito il flusso
della storia intorno a lei. «Chi ha sofferto tanto - aggiunge il
Papa – come questa Madre che sta sotto la croce del Figlio unico suo
e che muore, si direbbe, con lui?». Dobbiamo avere la
disinvoltura, la libertà di ricorrere a Lei, di narrarle le vicende
della nostra giornata, delle nostre fatiche, delle nostre pene, delle
nostre speranze, di invocare la Sua intercessione. E ricorrere alla
Madonna significa già convertirsi.
Non si può ricorrere a Lei senza allinearsi un po’ sul paradigma
della sua umiltà. Il Papa cita in proposito Sant’Ambrogio, che
chiamava la Madonna «tipus», cioè l’esempio, Colei che ci dà il
modello autentico, esatto e più alto, ma non per allontanarlo da
noi: per avvicinarlo. E nel culto di Maria diventiamo cristiani,
diventiamo fedeli, bisognosi di rifare la nostra vita sul modello che
ci viene presentato da questa figura unica e splendente.
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