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Domenica, 7 ottobre 1973
Vi sono nel corso ordinario dei nostri giorni dei momenti preziosi.
Questo è un momento prezioso. Noi siamo qui riuniti per celebrare il
compimento del sesto secolo dalla morte, avvenuta in questa casa di
Santa Brigida di Svezia. Tutti siamo ora immersi nel comune ricordo
di questa Donna singolarissima. Un solo pensiero, quello di Santa
Brigida, è in ciascuno di noi. Possiamo cominciare questo breve
discorso salutandoci nel nome di lei.
Noi dobbiamo il primo saluto a queste buone Religiose, sono le Suore
dell’Ordine del Santo Salvatore, dette di Santa Brigida, perché
derivano dalla Santa la loro origine, la loro regola, il loro
spirito, e dopo non poche e non facili vicende, sono riuscite a
ricomporre, sia a Vadstena, sia qui a Roma in questa casa, e in
altre loro sedi nel mondo, la loro famiglia spirituale. Non possiamo
dimenticare il nome insigne di Madre Elisabetta Hesselblad, che
poté ricuperare, nel 1931, al suo Ordine, con l’aiuto del
compianto e venerato Padre Rosa, pure da noi conosciuto, questo
storico e sacro edificio, e a farne il santuario romano della santa
Fondatrice. Ci felicitiamo con queste dilette Figlie in Cristo di
codesta riviviscenza del loro Ordine, dei vincoli religiosi che qui le
uniscono e nello stesso tempo le fanno convergere alla culla
dell’Ordine stesso nella Svezia, e alla tomba colà venerata della
mistica loro madre; siamo lieti della fedeltà alla loro originale
tradizione e siamo noi partecipi delle speranze di una nuova
irradiazione di fede e di pietà cristiana, che anche questa centenaria
celebrazione accende in ciascuno di noi nel nome benedetto di S.
Brigida.
Salutiamo gli Ospiti, presenti a questo incontro, il Cardinale Ugo
Poletti, nostro Vicario per il ministero pastorale nella Diocesi di
Roma, e il Cardinale Giovanni Willebrands, Presidente del nostro
Segretariato per l’Unione dei Cristiani, e tutti gli altri
Ecclesiastici, Religiosi, Religiose e Fedeli, che assistono alla
cerimonia. E con speciale riguardo noi salutiamo i venerati Fratelli
Luterani, tuttora da noi separati, ed a noi per tanti titoli sempre
cari ed uniti, i quali oggi festeggiano con noi il pio e memorabile
anniversario: siano benvenuti in questa casa, siano elogiati per
l’onore ch’essi tributano alla loro santa e gloriosa connazionale, e
siano essi con noi collaudanti la memoria, la figura, la missione
della grande e piissima Santa Brigida.
In questa presentazione non possiamo dimenticare la nostra umile
persona, quale successore dell’apostolo Pietro, la cui sede
apostolica e le cui sante reliquie attrassero a Roma, in uno dei più
tristi periodi della sua storia, Brigida, la nostra Santa e la sua
figlia Carin, degna seguace della madre, con l’eletta schiera dei
pellegrini loro compagni. Non possiamo rinunciare alla menzione dei
nostri Predecessori Clemente VI (1342-1352), Innocenzo
VI (1352-1362), il Beato Urbano V
(1362-1370), Gregorio XI (1370-1378), Papi
Avignonesi, che ebbero con S. Brigida rapporti spirituali e
epistolari assai importanti; Bonifacio IX, che nel 1391
proclamò la canonizzazione della Santa, Martino V, che nel
1419 la confermò; come pure Papa Pio XI, di venerata
memoria, che favorì la presente rifioritura dell’Ordine brigidino.
Pare a noi che da queste venerabili figure di Pontefici discenda a noi
quasi un mandato di venerazione verso la Santa di cui commemoriamo il
cent’enario della morte, e di benevolenza verso la sua spirituale
famiglia; ed è con questo impegno tradizionale, che noi oggi siamo
qui per godere, con quanti celebrano S. Brigida, della sua
grandezza, della sua santità, della sua tuttora viva e misteriosa
missione ecumenica, e per cantare insieme l’inno che le è destinato:
Rosa rorans bonitatem.
La brevità di questa cerimonia non ci consente di esprimere qualche
cosa dei sentimenti, che riempiono in quest’ora felice l’animo
nostro. Vi diremo soltanto che due sentimenti primeggiano ora nella
nostra coscienza davanti a questa eccezionale figura: la meraviglia e
la speranza. Voi potete forse così tutto comprendere, e accogliere
con animo concorde la Benedizione Apostolica.
A questo punto Paolo VI si rivolge alla comunità svedese:
"Vere sanctus est locus iste".
Of the Casa Santa Birgitta, as of many places in Rome we can say
these words, "Truly this is a holy place". From the days when the
blood of the martyrs, and especially of the apostles Peter and Paul,
first ennobled the soil of our city, men have come from many parts of
the World to do homage to the memorials of the saints. From the
distant northern lands of Europe pilgrims have come to Rome in
exceptional numbers.
Today we celebrate the memory, six centuries old yet still fresh, of
a very great pilgrim from the North-one who not only carne to do
honour to the tombs of the apostles, but stayed and lived the latter
part of her life in our midst, and finally added to the honour of our
city the witness of her own saintly life. Born at the beginning of a
dificult century for the Church and for the See of Peter, her life
shone brightly in dark times, and before the end of that century she
had been raised to the altars.
Saint Birgitta is Sweden’s glory and the glory also of our city of
Rome. In Sweden, as a wife, a mother and a widow, as a trusted
counsellor of the royal household and as the founder of a great
religious house, she was a noble Christian and a distinguished
citizen. It was in obedience to the call of Christ that she left her
home and her beloved country. The call of Christ was real and
immediate to Birgitta, for she was granted the grace which Our Lord
often granted generously in that troubled age-the grace of mystical
communion with himself.
Hence Birgitta has left us much more than a pious memory and example.
She has left us the written record of her own loving encounters with
her divine Master in the inward life of prayer. She has also left us
the rich inheritance of the religious family and way of life she
established, which the fortunes of history have, in our century,
happily established again in this house where she lived and died.
Many of you have come here today from Sweden to honour her, and we
are joined by many from Rome and Vatican City. You, our most
welcome visitors form Birgitta’s northern homeland, represent many
Christian families in Sweden and are on that account doubly welcome.
In the series of learned lectures to celebrate this centenary you bring
an ecumenical variety and richness to increase our understanding of your
national saint. At the same time you witness to the growth of love and
understanding among Christians which has replaced the estrangements of
less happy times. For this your welcome is greater still.
You aptly quote in your programme the words of Our Lord to Saint
Birgitta from the "Revelation": "Out of the most intense love I
have, with my Blood, I founded my holy Church, which I liken to a
beehive: in it all Christians should gather and dwell in unity of
faith and of mutual love".
This gathering in the Casa Santa Birgitta is indeed such a gathering
of faith and love: may Saint Birgitta’s prayer make it fruitful for
all of us as we renew our efforts to restore the unity of mankind in
Christ our common Lord.
With my special Apostolic Blessing.
Ancora un’esortazione ed un augurio alle religiose.
«Siate felici della vostra vocazione. Conservate Dio nel vostro
cuore. Dio si è rivelato a voi. Siate liete, fedeli, contente
della vostra scelta». Il Papa sottolinea l’attualità della vita
consacrata che non si riduce ad un rinchiudersi in un orizzonte limitato
dalle mura del chiostro, ma si giustifica nella preghiera e nella
testimonianza di fede e di fedeltà alla Chiesa. «Pregate per il
vostro Paese, Egli conclude, per i suoi destini, per le vostre
consorelle e pregate soprattutto per l’unità della Chiesa: che tutti
siano uno nella fede, nella speranza e nella carità».
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