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Poiché le necessità erano tante ed il numero dei poveri era
aumentato, si verificava con frequenza, per mezzo di lui, il miracolo
della moltiplicazione dei pani. Usciva di mattina con la sua famosa
pentola di atol (bevanda particolare) e tutti si stupivano del fatto
che per quanto andasse a distribuire la sua tazza di atol, ad infermi,
a convalescenti, a schiavi e prigionieri, a tutti... gliene
avanzava sempre, al suo ritorno.
Una volta promise ai ragazzi che studiavano nella sua scuola, che se
avessero appresso bene la lezione, li avrebbe premiati con una canna da
zucchero che gli avevano portato; i ragazzi, golosi, sapendolo,
accorsero tutti a scuola e studiarono tenacemente così che il Fratello
Pietro, fedele alla sua promessa tagliò la canna - dato che ne aveva
una sola - in cinque pezzi, li mise in alcune bisacce famose, dove
questo miracolo della moltiplicazione era più frequente, e procedette
alla distribuzione. Alcuni ragazzi, che avevano visto mettere solo
cinque pezzi, erano tristi perché compresero che non sarebbero bastati
per tutti, ma la loro sorpresa non ebbe limiti quando videro che ne
estraeva prima uno, poi un altro ed un altro ancora... e continuò
fino ad estrarne cinquanta pezzi, quando cioè non rimase un solo
bambino senza il suo. [49]
Esempi speciali di questo miracolo della moltiplicazione misteriosa
sono la dispensa e le sue bisacce. Per nutrire i suoi poveri mise a
disposizione questa dispensa di viveri ed un guardaroba, che erano
sempre forniti di cibi e vestiario, sebbene la maggior parte delle
volte si ignorassero i mezzi di cui si serviva per le sue abbondanti
provviste. Riceveva qualcosa in elemosina, qualche aiuto anche da
parte di gente ricca, ma era voce generale che la provenienza fosse
divina.
Oltre a questo distribuiva anche erbe mediche ed altri preparati ai
malati, cose delle quali aveva una buona provvista nel suo ospedale.
Manteneva una buona quantità di abiti sempre bianchi e puliti che dava
ai pazienti quando uscivano dagli ospedali ed entravano nel suo per la
convalescenza, lo faceva dicendo che era per dar loro la possibilità
di avere qualcosa per cambiarsi e trovare così sollievo nella pulizia.
Molta gente lo nominava padrino di battesimo dei propri figli ed era
consuetudine allora che, dopo la cerimonia, i padri ossequiassero i
padrini, gli amici ed i parenti partecipanti con dolci ed altre delizie
fatte in casa, specialmente dolci da «colazione». AI momento della
distribuzione di questi dolci Fra' Pietro stendeva il suo manteilo al
suolo perché glieli mettessero lì non solo i genitori, ma anche gli
invitati, i quali, sapendo che erano per i poveri ed i convalescenti,
glieli davano volentieri. Prendeva quindi il mantello per i lembi e se
lo caricava come un sacco sulle spalle, arrivando così felice ai suo
ospedale per distribuire il dolce carico, che era sempre tanto
abbondante da bastare anche per i bambini della scuola.
Si racconta anche che vi fu un bambino, orfano di padre e madre e
senza altri parenti, che Fra' Pietro portò a battezzare e gli diede
nome Ignacio Antonio Betancur. La storia ci riferisce che il giorno
del battesimo alla Cattedrale, il sacerdote che celebrava, vedendo la
gioia con cui Pietro portava il bambino e l'uguaglianza del cognome,
pensandolo un parente, gli disse:
- «Oggi il Fratello Pietro si mostra molto felice».
Nel sentirlo Pietro, che aveva un cuore tanto puro quanto nobile,
per dissipare qualsiasi dubbio che potesse passare per la mente al
sacerdote, gli spiegò la provenienza del bambino, aggiungendo:
«Ricordi, che questo deve essere un buon sacerdote». Questa
profezia si compì, poiché effettivamente il bambino crescendo sentì
nel suo cuore il richiamo di Dio e divenne sacerdote, servendo nella
stessa cattedrale dove era stato battezzato. [50]
Un giorno durante la festività di San Giuseppe, che era il suo
santo, arrivò moltissima gente al suo ospedale per salutarlo e fargli
gli auguri. I suoi poveri specialmente, andavano umilmente a
baciargli il manto o l'estremità dell'abito ed egli, manifestando la
bontà e l'amore del suo cuore, volle festeggiare tutti sia pure
soltanto con un pezzo di pane. Il pane che aveva era poco per tanta
gente, appena alcuni panetti, di quel famoso «pane addormentato» che
ancora oggi fanno al- l'Antigua e che gli avevano portato in regalo;
tuttavia, lo mise in una cesta che coprì con un tovagliolo bianco,
avvisando che non lo togliessero ma che prendessero il pane necessario
solo attraverso il bordo.
Durante tutto il giorno, a chiunque arrivava venne offerto un pane
delizioso, profumato e tiepido come uscito da poco dal forno... e la
cesta rimase piena come se non ne fosse stato preso neanche uno. [51]
Uno di quei signori che contribuivano alle sue opere di carità, gli
donò trenta moggi di frumento ed egli li consegnò ad un panettiere
conosciuto perché li tenesse nella sua bottega e glieli desse secondo
la necessità. Tutti i giorni, per molti mesi, prendevano farina per
il pane dei poveri ed un giorno, la moglie del fornaio andando nella
bottega notò con sorpresa che la farina di Fra' Pietro sembrava non
essere diminuita. Curiosa, alla prima occasione che ebbe
d'incontrarlo, gli chiese:
- Fratello, che specie di grano è questo che invece di finire
aumenta?
Fratello Pietro non volle darle alcuna spiegazione, ma poiché ella
curiosamente insistette ancora per tre volte, le rispose con queste
parole:
- «Taccia, non si intrometta nelle cose di Dio». [52]
Don Miguel de Ocojo era un ricco e miscredente abitante di
Guatemala, aveva sentito parlare molto di Fra' Pietro e dei suoi
miracoli e, per accertarsene e volendogli giocare un brutto scherzo,
lo invitò a fare colazione insieme a vari amici, i quali erano stati
avvisati delle sue intenzioni.
Dopo la colazione, durante la quale Pietro mangiò frugalmente, gli
disse davanti a tutti e con la voce più sonora che poté, che gli
regalava tutto il pane che era avanzato -che era abbastanza, disposto
in grandi ceste sulla tavola - a condizione che lo portasse via
mettendolo unicamente nelle bisacce o borse che portava.
Queste famose bisacce erano piuttosto piccole, correnti, uguali a
quelle che usavano gli uomini della campagna per portare le loro cose ed
il cibo. Non si differenziavano in nulla, a parte il loro
straordinario potere di far succedere fatti incredibili. Dato che le
borse erano piccole, don Miguel de Ocojo calcolò che al massimo vi
sarebbero entrati dodici o quindici pani.
Il Fratello accettò, ringraziò anticipatamente in nome di Dio e
dei suoi poveri e cominciò a riempire le sue bisacce, vi mise dodici,
quindici, venti pani e continuò a riempire e riempire... fino a che
finì tutto il pane che era in casa, e poi se ne andò felice,
lasciando don Miguel ed i suoi amici a bocca aperta dallo stupore.
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Questo fatto meraviglioso arrivò alle orecchie di una donna chiamata
Isabel García, padrona di una panetteria. Volendo anch'ella
provare la verità dell'accaduto - che si diffuse rapidamente per la
città - invitò Fra' Pietro a recarsi da lei per dargli qualcosa e
gli disse:
- Io le do, Fratello Pietro, tutto il pane della mia panetteria,
ma a condizione che possa entrare interamente nella sua borsa.
- Dunque io accetto e ringrazio le disse con la sua abituale allegria
Pietro.
E detto fatto, cominciò ad introdurre pane nelle sue bisacce, e
continuò fino a che prese tutto il pane che si trovava sugli scaffali e
sui banchi della panetteria... ed, alla fine, disse che aveva
ancora posto per metterne altro.
In una delle sue visite ad un'altra panetteria per chiedere pane per i
poveri, incontrò la domestica, una schiava negra della padrona della
panetteria, piangente e sanguinante dal naso. A Pietro che le
domandava cosa fosse accaduto, questa raccontò che la sua padrona,
donna Josefa Barrientos, l'aveva castigata duramente perché si era
dimenticata del pane nel forno e lo aveva fatto bruciare tutto.
Commosso Fra' Pietro entrò e chiese alla schiava, a donna Josefa
ed ai parrocchiani che in quei momento si trovavano nella panetteria,
di accompagnarlo a pregare la Vergine di fronte al forno pieno di pane
bruciato. Così fecero tutti e poco alla volta, davanti ai loro occhi
stupiti, quel pane, che era già carbone, riacquistò il suo colore
bianco dorato, fino ad essere più appetitoso e profumato che mai.
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