NOTE

[1] Una bibliografia adeguata alla importanza dei problemitrattati nel testo sa­rebbe troppo lunga, anche perchè di volta in volta meriterebbe un esamne critico. Le passioni suscitate daIl”atto di Stefano Tempier non sono ancora spente, e qualche eco è dato notarla anche attraverso le mie garbate, silenziose quasi, critiche all’altrui at­teggiamento. Per la piena comprensione del problemi credo utile indicare le seguenti opere: P. Mandonet, Siger de Brabant, Lovanio, vol I, 1911, vol. II, 1908. A pag. 111 del vol. I, nota 1, è pubblicata la lista delle proposizioni condannate da Stefano Tempier nel 1270, già edita dal Denifle nel Chart. Univ. Paris., vol. I, p. 486-87; in appendice al vol. Il, p. 175-191, viene pubblicata la lista delle proposizioni condanna­te dallo stesso Stefano Tempier nel 1277. Il valore di questa pubblicazione è anche costituito dalI'ordinamento che il p. Mandonnet ha fatto delle proposizioni, ordine che ne agevola la valutazione. Nel testo tengo presente questo ordinamento. Anche queste proposizioni erano state pubblicate nel Chart. Univ. Paris. citato, vol. I, p. 543 e seg. Sul problema della condanna si cfr. le principali storie della filosofia medievale. Mi sono state particolarmente utili: M. De Wulf, Stona della filosofia medievale, vol. Il, p. 231-45, Lib. Editr. Fiorentina, Firenze, 1945; E. Gilson, La phitosophie au Moyen Age, III ed., tutto il cap. VIII, p. 413-590, in particolare p. 540, 558-561, 565-568; Le mouvement doctrinal du IXe a XIVe siècle (i periodi che ci interessano sono stati trat­tati da F. Van Steenberghen), cap. II, p. 189-196; cap. IV, 223-230; cap. V, quasi tutto, in particolare, p. 302-305. Sull'atteggiamento di s. Bonaventura e dei pensatori francescani in genere, si cfr. quanto ho scritto nei miei volumi: Saggi sulla filosofla niedievale, S. E. I., Torino, 1951, in particolare, p. 161-260; Il pensiero francescano nel secolo XIII, Mori, Palermo, 1952, passim; Storia della filosofia medievale, Edizioni Sciascia, Caltanissetta, 1957, in particolare cap. VI, p. 181-196; cap. IX, p. 282-284; p. 287-291 (tacitamente polemizzo contro Van Steenberghen perchè attenua l'antiari­stotelismo bonaventuriano). Sulla figura di Stefano Tempier, che è stata tanta parte In queste condanne, sulla composizione del “sillabo”, sulla sua efficacia, sulle polemiche suscitate, si cfr. quanto lia scritto P. Glorieux nel Dictionnaire de théologie catholique, t. XV, p. 99-107, alla voce Tempier. Mi sembra di poter e dover concordare con l'e­quilibrato giudizio che esprime l'Hocedez sull'azione del Tempier, giudizio riportato dal Glorieux. Gli storici modemi sono, generalmente, troppo severi contro Stefano Tempier..., il pericolo era reale, necessario un intervento energico..., scusabile il suo zelo nel fervore della lotta. Sull'atteggiamento del Pecham, tanto discusso, si cfr. quanto scrivo nella cit. Storia della filosofia inedievale, p. 302-303, e quanto scrive il Callebaut, J. P. et l'augustinisme, in Arch. francisc. hist., 1925, p. 441-72; utili anche i lavori di E. Hocedez, La condamnation de Gilles de Rome, in Rech. de théol. anc. et méd., 1932, p. 33-53, e di J. D'Albi, S. Bonaventure et les luttes doctrinales de 1267- 1277, Parigi, 1923.

[2] S. Bonaventura, Collactio De donis, coll. IV, n. 12, 3; coll. VIII, n. 16-19; In hexaêmeron, cll. IV,n.1.

[3] F. Van Steenherghen attenua un pô troppo, così mi sembra, l'opposizione di san Bonaventura al pensiero aristotelico. La critica, garbata, fatta nelle Collationes non è meno severa per essere esposta in termini sereni. Si cfr. quanto scrive lo studioso di Sigieri nell'opera citata alla nota 1 con le mie osservazioni contenute nella mia Storia della filosofia medievale. - Sulla funzione della autorità negli scrittori medie­vali notevoli le pagine che al problema ha dedicato p. Chenu nel vol.: Introduzione allo studio di S. Tommaso, Firenze, 1953, p. 107 e seg.; si cfr. anche Gilson: Lo spi­rito della filosofia medievale, p. 286 e seg., Brescia, 1947.

[4] Declaratio, p. 99, nota. Cito dalla edizione curata da O. Keicher, Raymundus Lullus und seine Sellung zur arabischen Philosophie, Beiträge, VII, 4-5, Monaco, 1909. Il testo della Declaratio è a pag. 95-221.

[5]Declaratio, p. 100.

[6]Declaratio, p. 119-120.

[7]Declaratio, p. 99.

[8]Declaratio, p. 120.

[9] DecIaratio, p. 193.