6. Il contributo della teologia all'unità del sapere

Resta un ultimo passaggio importantissimo, quello che riguarda la religione e la teologia. La sapienza filosofica è necessaria in quanto sapere più profondo e più radicale a livello puramente umano. Ma ciò non basta, poiché questa sapienza è intimamente collegata con la dimensione religiosa della persona, che si caratterizza per la sua apertura all'essere delle altre persone, del mondo e di Dio. La religione ha un ruolo per la promozione del sapere e per il suo servizio all'uomo nella sua integralità. In qualche modo l'esperienza religiosa abbraccia in un'unità di tipo esistenziale i diversi aspetti del conoscere e dell'agire. Perciò oggi la maggioranza degli scienziati vedono in modo positivo il rapporto tra scienza e religione, con le opportune precisazioni, poiché le religioni possono avere degli errori e limiti.

Per quanto riguarda la Rivelazione divina, questa ha avuto la sua pienezza nell'Incarnazione del Verbo tramite la quale Dio ha voluto in qualche modo unirsi ad ogni uomo, salvandoci e liberandoci dal peccato e dalle sue conseguenze, che hanno segnato la storia umana.

Il trinomio di metafisica, antropologia ed etica non è l'ultima risposta, ma solo la penultima. Ha bisogno particolarmente della Cristologia per trovare risposte soddisfacenti alle questioni più incalzanti del senso dell'esistenza, del dolore, della morte, della felicità e della pienezza di vita. "Il Figlio di Dio crocifisso è l'evento storico contro cui s'infrange ogni tentativo della mente di costruire su argomentazioni soltanto umane una giustificazione sufficiente del senso dell'esistenza. Il vero punto nodale, che sfida ogni filosofia, è la morte in croce di Gesù Cristo. (...). Quale sfida viene posta alla nostra ragione e quale vantaggio essa ne ricava se vi si arrende! La filosofia, che già da sé è in grado di riconoscere l'incessante trascendersi dell'uomo verso la verità, aiutata dalla fede può aprirsi ad accogliere nella "follia" della Croce la genuina critica a quanti si illudono di possedere la verità, imbrigliandola nelle secche di un loro sistema. Il rapporto fede e filosofia trova nella predicazione di Cristo crocifisso e risorto lo scoglio contro il quale può naufragare, ma oltre il quale può sfociare nell'oceano sconfinato della verità" (FR 23).

Queste affermazioni di Fides et ratio aiutano a capire il grande aiuto dell'Incarnazione e del mistero pasquale alla sapienza umana. La teologia è un aiuto necessario per l'unità del sapere, come aveva visto molto bene J.H. Newman, nella sua opera L'idea dell'università. Fa piacere vedere come negli ultimi decenni si cerca di illuminare tante realtà della vita quotidiana e scientifica con la Rivelazione, dando luogo a varie teologie settoriali: teologia del lavoro, teologia del diritto, teologia della tecnica, ecc. Ma questi tentativi, tanto necessari affinché la collaborazione tra fede e ragione raggiunga tutto l'ambito del sapere, non possono saltare il ruolo della filosofia.

Sebbene la Rivelazione divina abbia avuto fortunatamente un grande e positivo influsso, la teologia, in quanto scienza, nemmeno in passato riuscì ad illuminare gli altri saperi in modo soddisfacente. Perciò, ci troviamo di fronte a un compito affascinante e nuovo, anche perché viviamo in un mondo culturale altamente sviluppato sul piano scientifico e universitario. La ricerca dell'unità del sapere costituisce una meta molto esigente e all'altezza dell'attuale momento storico. Per salvare l'uomo vale la pena rompere schemi rutinari ed isolanti e tentare di superare la frammentazione.