LA FILOSOFIA DI S. TOMMASO D'AQUINO SOGGIACENTE AL NOSTRO LINGUAGGIO D'OGNI GIORNO

L. Jean Lauand


INTRODUZIONE

"Grazie", "Complimenti", "Perdono", "Caro", "Condoglianze" e tante altre forme del linguaggio quotidiano - nelle diverse lingue - celano in sé profondi insegnamenti per la conoscenza filosofica dell'uomo. Al di là dell'eventuale formalismo vuoto - verso dove l'uso giornaliero tende a scagliarle - queste espressioni cosî apparentemente inoffensive, incidono originariamente su importanti dimensioni della realtà umana.

Dalla discussione metodologico-tematica sul linguaggio e dall'antropologia filosofica (guidati dal classico S. Tommaso d'Aquino), queste formule di convivenza si mostrano come messaggi cifrati, alle volte infinitamente sorprendenti e saggi... Come dice S. Isidoro di Siviglia, senza l'etimologia non si conosce la realtà e con essa si può più rapidamente raccapezzare la forza espressiva delle parole [1].

In verità le parole hanno un potenziale espressivo molto maggiore di quanto noi - cosî automatico è l'uso che d'esse facciamo - possiamo immaginare. Perciò l'attenzione del filosofo per i modi di dire, per i contesti, le sottigliezze del linguaggio comune, nella sua stessa lingua od in altre.